Domanda: Se l'ex coniuge ha iniziato a percepire il reddito di cittadinanza è possibile per l'onerato chiedere una riduzione dell'assegno di mantenimento?
Risposta: Il reddito di cittadinanza, introdotto dal D.L. n. 4/2019, rappresenta una misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all'esclusione sociale. In particolare, si tratta di un sostegno economico a integrazione dei redditi familiari che viene concesso a coloro in possesso di determinati requisiti: in particolare si va a guardare alla cittadinanza, all'ISEE, al patrimonio immobiliare e finanziario, nonché al reddito familiare del richiedente.
È ben possibile che a chiedere e a ottenere l'assegno sia l'ex coniuge percettore di un assegno di mantenimento (o di divorzio) che, nonostante l'esborso a suo favore da parte del separato (o divorziato), sia in possesso dei requisiti e rientri nelle soglie reddituali e patrimoniali previste dalla legge per poter beneficiare del Reddito di Cittadinanza.
A questo punto ben può il coniuge tenuto a pagare l'assegno all'altro, e magari anche ai figli, chiedersi se sia possibile ottenere una revisione dell'esborso dovuto in relazione alla nuova situazione, ovvero la percezione del reddito di cittadinanza, che ha l'effetto di incidere sui dati reddituali presi inizialmente in considerazione dal provvedimento che ha stabilito il pagamento dell'assegno.
Cosa dice la legge?
Il provvedimento che regola il Reddito di Cittadinanza, in realtà, nulla prevede in tal senso in maniera esplicita. Per quanto riguarda i coniugi separati o divorziati, la legge si limita a stabilire che questi sono ritenuti facenti parte dello stesso nucleo familiare se continuano a risiedere nella stessa abitazione, anche se risultano in due stati di famiglia distinti.
Pertanto, affinché i coniugi separati o divorziati costituiscano due nuclei diversi, sarà necessario che abbiano due diverse residenze. Al riguardo, nella legge di conversione è stato precisato che, laddove la separazione o il divorzio siano avvenuti successivamente alla data del 1° settembre 2018, il cambio di residenza deve essere certificato da apposito verbale della polizia locale.
Assegno di mantenimento o divorzio e RdC: decide il giudice
In mancanza di un'apposita disciplina per quanto riguarda i potenziali effetti del Reddito di Cittadinanza sull'assegno di mantenimento, è dunque possibile ipotizzare che saranno i giudici a pronunciarsi sulla possibilità di revisione dell'esborso.
In diversi precedenti, la giurisprudenza di legittimità e di merito ha chiarito che, in materia di assegno di mantenimento (dunque in caso di separazione personale dei coniugi), i magistrati sono tenuti a valutare, non solo, la situazione patrimoniale in senso lato, bensì anche ogni utilità o capacità dei coniugi suscettibile di valutazione economica.
Tra l'altro, l'assegno divorzile e quello di mantenimento non rappresentano un riconoscimento definitivo e immodificabile: è ben possibile che si proceda a una loro revisione in presenza di sopravvenute circostanze idonee a mutare i presupposti che l'hanno concesso o altri giustificati motivi.
I magistrati, presumibilmente, terranno conto delle peculiarità della disciplina inerente il Reddito di Cittadinanza: tale misura, infatti, ha una durata incerta e tendenzialmente non illimitata in quanto tende a condurre il percettore verso la ricerca di un'attività lavorativa.
Il beneficiario, salvo alcune eccezioni, dovrà dare immediata disponibilità al lavoro e aderire a un percorso personalizzato di accompagnamento all'inserimento lavorativo e all'inclusione sociale. Pertanto, scadenza e/o revoca del beneficio possono comportare una "riviviscenza" della situazione patrimoniale anteriore e dunque del diritto all'assegno precedente.
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