- Diritto urbanistico: finalità
- Storia della pianificazione urbanistica
- Interessi coinvolti
- Edilizia popolare
- I piani urbanistici
- Il controllo dell'attività edilizia
Diritto urbanistico: finalità
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La finalità del diritto urbanistico è quella di assicurare un uso razionale del territorio urbano ed extraurbano, ponendo delle prescrizioni e dei vincoli ai quali è necessario attenersi.
Ogni Comune, infatti, è tenuto ad adottare un piano urbanistico che stabilisca dove, come e quando è possibile costruire e al quale tutti coloro che intendono elevare nuovi edifici o ristrutturare quelli esistenti devono attenersi.
Anche in ragione di ciò, per ogni intervento urbanistico è necessario ottenere uno specifico provvedimento autorizzativo da parte della pubblica amministrazione.
Storia della pianificazione urbanistica
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Sebbene l'urbanistica sia divenuta una disciplina autonoma solo a partire dal XIX secolo, già nell'antica Grecia possono riscontrarsi delle importanti esperienze di pianificazione urbana. Si pensi, ad esempio, al sistema stradale ortogonale ideato dall'architetto Ippodamo di Mileto, successivamente sviluppato dai Romani, che costruivano le loro città intorno a due assi: il cardo e il decumano.
Successivamente, la pianificazione urbanistica è stata una costante nel corso dei secoli, sebbene con caratteristiche molto differenti da epoca a epoca, e si è avuta, quindi, anche nel Medioevo, nel Rinascimento e nelle epoche successive.
Limitandoci all'esperienza italiana, il primo piano regolatore comunale ufficiale dell'epoca moderna riguardò Milano e si ebbe nel 1884. La prima legge generale di coordinamento urbanistico territoriale risale, tuttavia, "solo" al 1942.
Interessi coinvolti
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Il diritto urbanistico persegue il soddisfacimento di molteplici interessi, primo tra tutti quello collettivo a un utilizzo razionale del territorio.
A esso è strettamente correlato l'interesse alla lotta all'abusivismo, al quale si affiancano, da un lato, l'interesse degli enti locali a limitare i costi delle infrastrutture pubbliche e, dall'altro, l'interesse dei privati a ottenere il massimo utile possibile dall'edilizia.
Non vanno infine dimenticati gli interessi dei soggetti più deboli, ai quali è dedicata l'edilizia popolare.
Edilizia popolare
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L'edilizia popolare, più in particolare, è l'attività della pubblica amministrazione con la quale vengono acquisiti, costruiti o recuperati fabbricati destinati ai cittadini meno abbienti, con costi a totale o parziale carico della Pubblica Amministrazione.
L'edilizia popolare, più correttamente denominata edilizia residenziale pubblica, si suddivide in:
- edilizia agevolata, che si ha quando gli immobili sono realizzati con contributo pubblico, interventi creditizi vantaggiosi e presenza del privato in fase attuativa,
- edilizia convenzionata, che si ha quando la pubblica amministrazione stipula una specifica convenzione con i soggetti che realizzano gli alloggi, ove sono stabiliti precisi doveri e obblighi da rispettare
- edilizia sovvenzionata, che si ha quando sono gli enti pubblici preposti al settore edilizio a costruire gli alloggi poi destinati ai cittadini in difficoltà economica,
- edilizia sociale, che si ha quando non vengono costruiti alloggi ma infrastrutture utili per l'attuazione di programmi edilizi.
I piani urbanistici
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Il principale strumento del diritto urbanistico è costituito dai piani urbanistici.
La pianificazione urbanistica si svolge lungo due livelli:
- pianificazione delle direttive, di competenza di Regioni, Province o Enti locali, con la quale vengono stabiliti i principi e le regole generali cui devono attenersi i piani urbanistici di secondo livello e che si estrinseca, in maniera principale, attraverso il piano territoriale di coordinamento;
- pianificazione di attuazione, di competenza dei Comuni, che dà esecuzione alle direttive generali attraverso molteplici strumenti, soprattutto attraverso i piani regolatori generali comunali e i programmi di fabbricazione.
Il controllo dell'attività edilizia
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Molto importanti sono poi gli strumenti di controllo del rispetto della normativa urbanistica, affidati ai Comuni.
I principali sono:
- il permesso di costruire
- la SCIA - Segnalazione certificata di inizio attività
- l'agibilità