Multe ai tassisti che applicano un 'prezzo libero' per le 'corse superiori ad un certo chilometraggio'. Le impone la Corte di Cassazione con una sentenza di oggi che la I Sezione civile applica il giro di vite a quei conducenti di taxi che applicano la 'tariffa selvaggia' per le corse che superano un certo chilometraggio. In merito, la suprema Corte (sentenza 22483) sottolinea che 'non vi e' alcuna norma nel nostro ordinamento che consenta ad un tassista, percorse superiori ad un certo chilometraggio, di richiedere alla clientela un prezzo libero, senza l'utilizzo del tassametro'. Il caso sul quale la Cassazione e' stata chiamata a pronunciarsi nasce dalla denuncia dell'Unione fra i Comuni di Lonate Pozzolo e Fermo che si erano opposti all'annullamento della sanzione amministrativa inflitta dalla polizia municipale ad un tassista, Antonello M. che aveva appunto applicato la tariffa libera senza l'uso del tassametro a dei passeggeri diretti all'aeroporto di Malpensa. Il giudice di pace di Gallarate, nell'aprile 2001, aveva annullato la multa al tassista perche' questi si era giustificato sostenendo che stava effettuando non un servizio di taxi ma di noleggio, in quanto tale non soggetto all'attivazione del tassametro. Contro l'annullamento si e' opposto con successo in Cassazione il Comune di Lonate. In particolare la I Sezione civile della Cassazione, accogliendo il ricorso, ricorda che 'il servizio taxi ha lo scopo di soddisfare esigenze del trasporto individuale o di piccoli gruppi di persone, costituenti un'utenza indifferenziata, e in base a tariffe determinate amministrativamente e calcolate con tassametro omologato'. Ne consegue che il tassista, rilevano ancora i supremi giudici di piazza Cavour, 'non era legittimato allo svolgimento di un servizio di noleggio, tra l'altro a tassametro spento'. Il conducente del taxi e' stato inoltre condannato al pagamento di 300 euro di spese processuali.
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