Il Dpcm del 26 aprile 2020
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Il 26 Aprile 2020 il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte annuncia in conferenza stampa le misure per il contenimento dell'emergenza Covid-19 nella cosiddetta "fase due".
Secondo le disposizioni del nuovo Dpcm valide dal 4 al 18 maggio sarà possibile spostarsi all'interno della regione in cui ci si trova anche per fare «visite mirate» ai propri congiunti, «nel rispetto delle distanze e con le mascherine». Vietati, però, i «ritrovi di famiglia».
"Come la fase 1, ma con la suocera", ironizzano in rete sull'annuncio domenicale di Giuseppe Conte, tentando di dare una risposta al nuovo dilemma che attanaglia tutti: ma chi sono i congiunti?
Chi sono i congiunti
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Chi di noi, dopo la conferenza stampa, entusiasta di poter rivedere i propri familiari, non ha almeno una volta cliccato sui motori di ricerca la parola congiunti?
A rigor di logica i congiunti sono i parenti, di primo, secondo, terzo (quarto, quinto, sesto?) grado, e conseguentemente, rimarrebbero fuori compagni, compagne, fidanzati, fidanzate e tutti quei rapporti che esistono ma non sono bollinati dallo Stato.
Da una prima interpretazione del Dpcm firmato domenica scorsa dal premier, a quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi per "congiunti" si intendono parenti, affini, coniugi, conviventi, ma anche fidanzati e affetti stabili.
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La Cassazione sui congiunti
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A far chiarezza una sentenza della Corte di Cassazione, sez. IV, 16 ottobre 2014, n. 46351, scovata da Palazzo Chigi, la quale ha consentito al Governo di diffondere una nota in cui si esplica il significato estensivo del termine "congiunti".
"Si è congiunti in presenza di un saldo e duraturo legame affettivo": così affermano gli Ermellini nella pronuncia del 2014 in cui riconoscevano il risarcimento alla fidanzata di un pedone deceduto a causa di un sinistro stradale a Milano, sulla base dell'esistenza nella coppia, non sposata o convivente, di una "solida relazione affettiva".
Nonostante il precedente, resta un dubbio amletico: se è vero che il termine "congiunti" è ampio in modo tale da inglobare le relazioni affettive stabili, che fine farà, in tale emergenza sanitaria, la tutela della salute, che al contrario imporrebbe un'interpretazione più restrittiva?
Non resta che attendere le FAQ che saranno pubblicate sul sito di Palazzo Chigi nei prossimi giorni, con la speranza di sciogliere il dubbio interpretativo.
Sta di fatto che il Governo può scovare nei meandri della legge e della giurisprudenza tutti gli appigli che desidera ma tra la Cassazione e le forze di Polizia che si troveranno realmente ad effettuare controlli e a leggere sulle autocertificazioni "visite a congiunti" quale nuovo motivo dello spostamento, resta una netta differenza.
I giudici basano il proprio convincimento su validi elementi di prova e trasfondono il ragionamento nella sentenza quale provvedimento finale mentre le autorità di controllo che cosa dovrebbero accertare? Non resta loro che fidarsi del passeggero e dargli il contentino del lascia passare.
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