di Gabriella Lax - Smart working un diritto per chi ha figli sotto i 14 anni. A stabilirlo è l'art. 96 del decreto Rilancio approvato ieri. E da questo punto di vista, l'emergenza coronavirus ha dato una spinta significativa ad utilizzare una modalità di lavoro, quello agile, che era rimasto solo sulla carta per troppo tempo.
- Lo smart working diventa un diritto
- Smart working fino a fine anno
- Lo smart working come misura di prevenzione
Lo smart working diventa un diritto
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La norma stabilisce che fino alla fine della cessazione dell'emergenza da Covid-19, i lavoratori dipendenti del settore privato con almeno un figlio under 14 avranno diritto al lavoro agile, purché compatibile con le caratteristiche della prestazione, anche nel caso in cui manchino gli accordi individuali. E, qualora il datore non li fornisca, i lavoratori potranno utilizzare anche computer o dispositivi informatici personali.
Smart working fino a fine anno
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Fermo restando quanto previsto dal decreto Cura Italia, per i datori di lavoro pubblici, fino alla fine dell'emergenza e in ogni caso fino al 31 dicembre 2020, la modalità di lavoro agile può essere applicata dai datori di lavoro privati ad ogni rapporto di lavoro subordinato.
Se si guarda alle cifre, come riportate dal Sole 24 Ore, potrebbero essere dunque tra sei e otto milioni i lavoratori coinvolti dallo smart working nei prossimi mesi, tra settore pubblico e privato. Mentre se si dà uno sguardo a questi ultimi mesi, durante il lockdown, sono stati due milioni di italiani hanno lavorato da casa, almeno per qualche giorno alla settimana.
Lo smart working come misura di prevenzione
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Da un lato abbiamo il distanziamento sociale, i presidi sanitari e la sanificazione. Ma non basta. A queste modalità, proprio in "fase 2" potrebbe aggiungersi questa forma di lavoro come una fondamentale misura di prevenzione. Per incentivare una «rarefazione delle presenze dentro i luoghi di lavoro», come spiega il Protocollo del 24 aprile 2020, sottoscritto dalle parti sociali su invito del Governo e allegato al Dpcm del 26 aprile 2020.
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