Per il tribunale di Foggia, anche la retta delle RSA è a carico del servizio sanitario pubblico e non dei familiari dei malati di Alzheimer e demenza

Le famiglie dei malati di Alzheimer non devono pagare le rette delle Rsa

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La vicenda processuale che si è conclusa con la sentenza n. 11537/2020 del Tribunale di Foggia e che è stata diffusa proprio nella Giornata Mondiale dell'Alzheimer (21 settembre) inizia quando il figlio di un anziano ricoverato in una RSA si vede notificare un decreto ingiuntivo con cui gli gli viene richiesto il pagamento delle rette arretrate per un importo che supera i 5000 euro.

L'uomo si rivolge all'associazione Konsumer e il legale che ne assume l'assistenza, richiamando i principi sanciti dalla Cassazione n. 4558/2012, riesce a ottenere la revoca del decreto ingiuntivo in quanto, come già affermato dagli Ermellini diversi anni fa "gli oneri delle attività di rilievo sanitario connesse con quelle socio assistenziali sono a carico del fondo sanitario nazionale." Per la Cassazione, infatti, nel momento in cui esiste una stretta correlazione tra prestazione sanitaria e assistenziale tale da "determinare la totale competenza del Servizio sanitario nazionale" non ci sono quote da ripartire tra il servizio pubblico e i familiari.

Ripartizione prevista dal DPCM del 14 febbraio del 2001 che, per particolari forme di assistenza elencate nel provvedimento, fa gravare l'onere anche sulle famiglie dei ricoverati. Regola che però non è piaciuta al giudice foggiano, che ci ha tenuto a precisare che: "non si può porre in dubbio che le cure prestate alle persone affette da Alzheimer comportino la preminenza dei fattori produttivi sanitari rispetto a quelli meramente assistenziali."

I dati sull'Alzheimer nel mondo

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Una sentenza che si dimostra sensibile al tema dell'assistenza che molte famiglie prestano in totale solitudine ai loro parenti malati. Se solo in Italia sono circa 1 milione i soggetti affetti da demenza, sono esattamente il triplo i familiari coinvolti nella loro assistenza. Un vero esercito di donne e uomini che con coraggio si assumono il peso economico e fisico necessario per assistere i loro cari. Dati che, a livello mondiale, aumentano a dismisura. Nel mondo infatti si contano quasi 37 milioni di persone affette da demenza, che aumentano con un ritmo di 7,7 milioni all'anno. Numeri che nei prossimi quarantanni dovrebbe addirittura triplicare.

Anche i costi per l'assistenza dei malati di Alzheimer sono a carico del SSN

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Per fortuna quindi è arrivata la sentenza del Tribunale di Foggia, che come ha chiarito l'Avv. Franchi: "si è uniformata a quelle della Cassazione e della Corte d'Appello di Milano del 17.5.19, come pure a quella da lui ottenuta a Monza (n. 617/17), per le quali, quando vi sia stretta correlazione tra prestazioni assistenziali e quelle sanitarie, anche le prime sono a carico del Servizio Sanitario e non possono, invece, essere fatte pagare ai malati e ai loro parenti. La sentenza del Tribunale di Foggia fa chiarezza sul fatto che anche il nuovo DPCM 14.2.11 non ha modificato la disciplina, dovendo considerarsi -prestazioni socio-sanitarie ad elevata integrazione sanitaria-, a carico del Servizio Sanitario, quelle di regola necessarie ai malati di Alzheimer e grave demenza senile."

La Federazione Italiana Alzheimer esprime soddisfazione per l'importante risultato raggiunto e ricorda nelle pagine del sito ufficiale che sono ben 13 le sentenze del Tribunale Amministrativo della Regione Lombardia che affermano "che i familiari degli assistiti ricoverati in residenze socio sanitarie e assistenziali non sono tenuti a pagare le rette. Particolarmente importante è la sentenza numero 1584 del TAR di Milano depositata in data 20/05/2010 dove si fa esplicito riferimento al rispetto dei LEA, Livelli Essenziali di Assistenza, nella determinazione della partecipazione al costo del servizio, con potere del Giudice amministrativo di non applicare le delibere regionali contrarie."

Leggi anche Cassazione: malati di Alzheimer non devono pagare prestazioni di assistenza


Foto: 123rf.com
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