- "Ristoro" anche per i professionisti
- Gli ordini non possono essere lasciati soli
- I professionisti e la necessità di un confronto
"Ristoro" anche per i professionisti
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Servono misure di ristoro anche per i professionisti come quelle varate per le aziende interessate dalle nuove disposizioni anti-Covid. Queste le parole usate dai presidenti dei Consigli nazionali dei consulenti del lavoro e dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, Marina Calderone e Massimo Miani nella lettera al premier Giuseppe Conte.
Le richieste riguardano il sostegno agli investimenti nel campo dell'informatizzazione e l'istituzione di un tavolo tecnico a Palazzo Chigi sulle crisi aziendali. Secondo i dati raccolti nei mesi del lockdown il 79% dei liberi professionisti ha visto ridursi il proprio fatturato, una riduzione è stata superiore al 50% rispetto all'anno precedente per il 35,8% degli stessi, dall'altro tutte le attività professionali sono state impegnate in prima linea nell'emergenza e hanno dovuto fare importanti investimenti in soluzioni informatiche per continuare a lavorare.
Gli ordini non possono essere lasciati soli
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Tocca soprattutto i professionisti l'aumento dei contagi su tutto il territorio nazionale, che sono costretti a chiudere per il verificarsi di casi di malattia. In queste circostanze, gli iscritti agli Ordini non possono essere lasciati soli a sopportare le pesanti responsabilità derivanti dalla impossibilità di rispettare le numerose scadenze dei vari adempimenti. Serve un intervento «anche in tale ambito per garantire ai lavoratori autonomi le tutele previste per il lavoro dipendente in caso di malattia. La pandemia ha messo in evidenza ancora una volta la profonda differenza nei livelli di tutela della salute assicurati ai vari comparti del lavoro».
I professionisti e la necessità di un confronto
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«Alla vigilia dell'entrata in vigore delle nuove misure annunciate riteniamo indispensabile avviare un urgente confronto - scrivono - per valutare l'inserimento nei decreti di prossima emanazione di "regole emergenziali" semplificate in materia fiscale e di ammortizzatori sociali e per ragionare sulla individuazione delle misure necessarie a scongiurare, nell'immediato, crisi e fallimenti aziendali che spingerebbero verso una dimensione sempre più strutturale e meno congiunturale l'evoluzione della crisi che stiamo affrontando». È passato poco tempo per dimenticare che gli «aiuti di Stato» non hanno riguardato in pieno i professionisti che, hanno ricevuto il «bonus una tantum» ma sono stati esclusi dai contributi a fondo perduto.
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