Il marito che scopre l'adulterio della moglie e reagisce umiliandola con pesanti insulti, non è punibile, neppure se la sua reazione non è immediata. Lo ha stabilito la Quinta sezione Penale della Corte di Cassazione che ha così accolto il ricorso di un uomo che dopo aver scoperto il tradimento della moglie leggendo le pagine del suo diario, aveva deciso di "selezionare" i passaggi più "piccanti" e di inviarli ai colleghi di lavoro della intraprendente consorte.
La Corte ha ritenuto l'uomo non punibile in base alle previsioni del secondo comma dell'art. 599 del codice penale ossia per avere agito nello stato d'ira determinato da un fatto ingiuto altrui.
La reazione, spiega la Corte, anche se è avvenuta "a scoppio ritardato" non è fatto punibile in quanto lo stato d'ira non è detto che si esaurisca in un'azione istantanea ed è dunque possibile il suo perdurare.
In sostanza, come ha chiarito il relatore Maria Stefania Di Tomassi, occorre distinguere tra lo "stato d'ira" e "l'impeto d'ira" o di "intenso dolore". Quest'ultimo "ben puo' ravvisarsi in quella condizione psichica complessa, prodotta da una violenta alterazione dell'emozione e capace persino di durare, a seconda dei fattori che l'abbiano scatenata e delle note caratteriali di ciascuno, per un apprezzabile lasso di tempo, che e' l'ira. Nulla autorizza percio' ad intendere lo stato d'ira solamente quale sfogo momentaneo e simultaneo che l'ha causato".
Nella motivazione adottata dai giudici di Piazza Cavour, si legge che "è sufficiente, perche' la esimente sia ravvisabile, che l'azione reattiva sia condotta a termine persistendo l'accecamento dello stato d'ira provocato dal fatto ingiusto altrui e che tra l'insorgere della reazione e tale fatto sussista una reale contiguita' temporale, senza che occorra, invece, che la reazione si esaurisca in un'azione istantanea".
Soprattutto nell'ambito di un procedimento giudiziario, è molto difficile dunque comprendere le motivazioni che possono aver condotto un coniuge a al tradimento e l'altro a reazioni, talvolta, anche autolesive.
Subire un tradimento significa provare un dolore profondo per l'abbandono e la perdita dei riferimenti abituali; è un colpo al cuore e tale lo si percepisce nel corpo e nell'anima e questo perché il patto d'amore è stato violato e con esso anche la garanzia di dipendenza reciproca che ne assicurava la solidità.
Proprio per questo quando si è devastati dinanzi a una verità che non si riesce a comprendere, le reazioni possono essere inaspettate.
La Corte ha ritenuto l'uomo non punibile in base alle previsioni del secondo comma dell'art. 599 del codice penale ossia per avere agito nello stato d'ira determinato da un fatto ingiuto altrui.
La reazione, spiega la Corte, anche se è avvenuta "a scoppio ritardato" non è fatto punibile in quanto lo stato d'ira non è detto che si esaurisca in un'azione istantanea ed è dunque possibile il suo perdurare.
In sostanza, come ha chiarito il relatore Maria Stefania Di Tomassi, occorre distinguere tra lo "stato d'ira" e "l'impeto d'ira" o di "intenso dolore". Quest'ultimo "ben puo' ravvisarsi in quella condizione psichica complessa, prodotta da una violenta alterazione dell'emozione e capace persino di durare, a seconda dei fattori che l'abbiano scatenata e delle note caratteriali di ciascuno, per un apprezzabile lasso di tempo, che e' l'ira. Nulla autorizza percio' ad intendere lo stato d'ira solamente quale sfogo momentaneo e simultaneo che l'ha causato".
Nella motivazione adottata dai giudici di Piazza Cavour, si legge che "è sufficiente, perche' la esimente sia ravvisabile, che l'azione reattiva sia condotta a termine persistendo l'accecamento dello stato d'ira provocato dal fatto ingiusto altrui e che tra l'insorgere della reazione e tale fatto sussista una reale contiguita' temporale, senza che occorra, invece, che la reazione si esaurisca in un'azione istantanea".
Soprattutto nell'ambito di un procedimento giudiziario, è molto difficile dunque comprendere le motivazioni che possono aver condotto un coniuge a al tradimento e l'altro a reazioni, talvolta, anche autolesive.
Subire un tradimento significa provare un dolore profondo per l'abbandono e la perdita dei riferimenti abituali; è un colpo al cuore e tale lo si percepisce nel corpo e nell'anima e questo perché il patto d'amore è stato violato e con esso anche la garanzia di dipendenza reciproca che ne assicurava la solidità.
Proprio per questo quando si è devastati dinanzi a una verità che non si riesce a comprendere, le reazioni possono essere inaspettate.
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