Il lavoro straordinario è consentito, ma solo entro certi limiti. Non è possibile, infatti, che quella di superare l'orario normale sia un'abitudine

Cos'è il lavoro straordinario?

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Il lavoro straordinario è quello prestato oltre l'orario normale di lavoro.

Il nostro ordinamento lo riconosce, pur sottoponendolo a specifici limiti di durata e prevedendo per il dipendente che lo svolge il diritto a una maggiorazione retributiva.

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Limiti di durata dello straordinario

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La legge prevede che l'orario di lavoro abbia una durata normale pari a quaranta ore settimanali, che possono arrivare fino a quarantotto se si conteggia anche lo straordinario. Come regola, quindi, ogni settimana si possono fare otto ore di straordinario.

A tal proposito, tuttavia, va detto che il limite delle quarantotto ore comprensive dello straordinario deve essere calcolato avendo come riferimento un periodo non superiore a quattro mesi, che i contratti collettivi possono elevare sino a sei mesi o sino a dodici mesi in presenza di ragioni obiettive, tecniche o inerenti all'organizzazione del lavoro.

Il che vuol dire che è ben possibile superare il limite delle otto ore di straordinario, se in una settimana successiva del periodo di riferimento per il calcolo avviene la relativa compensazione.

Nel corso dell'anno, lo straordinario non può superare complessivamente le duecentocinquanta ore.

Le deroghe della contrattazione collettiva

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Resta in ogni caso ferma la possibilità, per la contrattazione, di dettare delle regole differenti, ad esempio diminuendo la durata normale dell'orario di lavoro (e, conseguentemente, modificando il limite settimanale massimo di straordinario) o prevedendo che questa non sia calcolata prendendo come riferimento la singola settimana ma come media su un arco temporale più esteso.

La contrattazione collettiva può anche elevare il limite delle duecentocinquanta ore annue.

Il calcolo della media

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Quando per il calcolo dello straordinario occorre fare la media tra le ore aggiuntive prestate dal lavoratore in un arco temporale più ampio della settimana, bisogna prestare attenzione a escludere alcuni periodi dal computo.

In particolare, non è possibile considerare i periodi di ferie né quelli di assenza per maternità, malattia o infortunio.

Valeria Zeppilli

Foto: 123rf.com
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