Reato di maltrattamento di animali
Lo Shih Tzu veniva tenuto in un luogo chiuso privo di finestre, totalmente ricoperto da strati di pelo, escrementi e sporcizia, compattati tanto da nascondere il muso.
A seguito a diverse segnalazioni, che denunciavano forti e continui guaiti provenienti da un garage nel cortile di un piccolo condominio in provincia di Brescia, le guardie zoofile OIPA sono intervenute salvando un cane dotato di una una massa di peli e sporcizia che non gli permetteva di muoversi precludendo totalmente la vista, l'udito e l'olfatto.
Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brescia, a seguito di richiesta del Pubblico Ministero, emetteva decreto penale di condanna nei confronti della donna-proprietaria del cane tipo Shih Tzu, imputata appunto del reato di maltrattamento di animali avendo tenuto il predetto cane, anziano, all'interno di un garage senza luce, in condizioni igienico sanitarie gravi tanto da rendete l'animale irriconoscibile a causa delle diverse croste e il pelo cresciuto.
Mediante il predetto decreto la donna veniva condannata alla pena di 2.500 euro di multa e veniva disposta la confisca del cane in sequestro.
Vittoria per "Birillo" il cane confiscato che ora gode di una vita serena e per OIPA Italia, Associazione di rilevanza nazionale che si occupa di tutela animali, ottenendo un altro buon precedente di condanna in ambito di tutela animali.
I cani sono animali sociali e necessitano cure e attenzioni, ivi compresa la possibilità di interagire con i propri simili.
Così la Corte di Cassazione, sezione 3^ Penale, con sentenza n. 36866/2016 ha confermando la condanna alla multa di euro duemila nei confronti di un proprietario di un pastore tedesco lasciato perennemente solo in giardino e senza attenzioni di alcun tipo.
I testimoni, segnalanti, avevano descritto una situazione grave: il cane non si reggeva sulle zampe, emanava cattivo odore e aveva varie lesioni sul corpo, così l'animale veniva sequestrato in una condizione di salute precaria.
I Giudici hanno confermato la responsabilità, avendo detenuto il cane in una condizione tale da arrecargli sofferenza senza neppure accorgersi della situazione fisica palesemente evidente.
Riteniamo che questi reati, simbolo di un'insensibilità e crudeltà nei confronti di altre forme di vita, devono necessariamente prevedere pene più severe come risposta sociale.
Forse, grazie alla recente introduzione nell'art. 9 della Costituzione, della tutela degli animali, sarà più facile ottenere modifiche migliorative delle attuali previsioni codicistiche relative gli animali, ivi compresi i reati previsti nel Codice Penale per il quale da tempo è stata presentata una proposta di riforma da parte delle Associazioni animaliste, OIPA compresa.
A cura di
Avv. Claudia Taccani
Responsabile Sportello Legale OIPA Italia Odv