- Quando si parla di alienazione parentale?
- Il caso Massaro
- Cosa ha stabilito la Cassazione?
- Bigenitorialità e interesse superiore del minore
- La CEDU come si orienta sull'alienazione parentale?
- Conclusioni
Quando si parla di alienazione parentale?
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L' "alienazione parentale" (o PAS) è il rifiuto psicologico da parte di un figlio verso uno dei due genitori a causa dell'influenza dell'altro genitore.
Nella maggior parte dei casi questo meccanismo si verifica durante il processo di separazione o di divorzio, ovvero in tutti i contesti in cui la conflittualità genitoriale è molto accesa.
Questo concetto nasce negli anni 80' quando la comunità scientifica definisce l'alienazione come una vera e propria "sindrome" che colpisce figli di genitori separati/divorziati. La PAS sarebbe, quindi, il risultato di un "lavaggio del cervello" fatto ai figli da parte di uno dei due genitori nei confronti dell'altro genitore che viene denigrato.
Il caso Massaro
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Nell'articolo prendiamo ad esempio il recente caso Massaro.Una donna, denunciava l'ex compagno, nonché padre di suo figlio per stalking, ed in seguito nelle cause civili veniva accusata dal Tribunale di essere una "mamma alienante" e decadeva dalla potestà (oggi responsabilità) genitoriale sul figlio, poiché denigrava la figura paterna dinnanzi allo stesso.
Il figlio, inoltre, veniva affidato e trasferito presso una casa-famiglia ed allontanato dalla madre.
La signora è stata molto seguita anche a livello mediatico per le denunce pubbliche e gli scioperi della fame nonché per le proteste dinnanzi ai Tribunali.
Per tali motivi, diveniva il simbolo delle donne che a causa di una diagnosi di PAS sono state private della responsabilità genitoriale sui propri figli.
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Cosa ha stabilito la Cassazione?
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La Massaro dopo due pronunce sfavorevoli che le hanno allontanato il minore, ha fatto ricorso per Cassazione, tendando di ottenere giustizia per lei e per suo figlio.La Cassazione ha accolto integralmente il ricorso presentato dalla donna, la quale ha riottenuto la responsabilità genitoriale sul figlio ed il trasferimento dello stesso dalla casa-famiglia alla abitazione della madre.
Bigenitorialità e interesse superiore del minore
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La Corte di Cassazione con l'importante ordinanza 286/2022 tratta della sindrome da alienazione parentale stabilendo che "il richiamo alla PAS e ad ogni suo, più o meno evidente, anche inconsapevole, corollario, non può dirsi legittimo".I giudici della Suprema Corte hanno quindi stabilito che la bigenitorialità non deve essere garantita anche contro il superiore interesse del minore, che va sempre preso in considerazione quale primo criterio di giudizio.
Infine, la Corte condannava anche il mancato ascolto del figlio, che seppur dodicenne aveva capacità di discernimento, così come l'uso della forza fisica che venne usata per prelevare il minore dalla abitazione nella quale viveva con la madre, per collocarlo in una casa-famiglia. Sul punto la Corte ha chiaramente espresso un giudizio negativo anche sulla prassi di allontanare i figli dalle madri usando la forza pubblica, ritenendo la misura "non conforme ai principi dello Stato di diritto".
La CEDU come si orienta sull'alienazione parentale?
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Sia la giurisprudenza italiana prima della sentenza in oggetto, che la Corte Europea dei diritti umani (EDU) riservavano un trattamento severo nei confronti del genitore alienante.Difatti, molte pronunce della corte EDU hanno più volte sottolineato che gli Stati membri, al fine di rispettare quanto stabilito dall'articolo 8 della Cedu (sul diritto al rispetto della vita dei minori nella famiglia) devono fare il possibile per realizzare il diritto di visita del genitore non convivente con il figlio.
In tema di Alienazione Parentale, secondo la Corte EDU, si determina una violazione dell'articolo 8 della Convenzione, poiché il comportamento del genitore che, attuando dinamiche alienanti nei confronti dell'altro, impedisce a quest'ultimo ed al proprio figlio di incontrarsi, ne limita di fatto l'esercizio del diritto di visita (v. CEDU, sent. 9 gennaio 2007 def. 9 aprile 2007, ric. n. 26634/03, Kriz c. Repubblica Ceca).
Conclusioni
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Contrariamente a quanto sin ora sancito dalla giurisprudenza sia nazionale che internazionale, la sentenza della Cassazione in commento, offre un importante spunto di riflessione.Senza voler generalizzare, infatti, occorre sempre analizzare scrupolosamente il motivo per il quale una madre o un padre decide di allontanare il figlio dall'altro genitore.
È quindi necessario chiedersi se un bambino in ogni caso debba stare con entrambe le figure genitoriali, anche se una delle due è una persona "pericolosa", ovvero se alle volte corrisponde all'interesse del minore avere solo un genitore di riferimento. • Foto: 123rf.com