Sardex, cosa sono
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Si chiama Sardex ed è la moneta sociale complementare nata nel 2009 in Sardegna da un gruppo di neolaureati. Oggi, dopo oltre 11 anni di crescita, punta con una campagna di equity crowdfunding ad aumentare la partecipazione delle persone al modello di economia basato sulla fiducia e sulla comunità. Come spiega l'Altraeconomia, Sardex è nata a Serramanna (Cagliari) dall'idea dei suoi fondatori (cinque neolaureati, rientrati in Sardegna dopo alcune esperienze di studio e di lavoro fuori dall'isola) di trovare soluzioni per le piccole imprese sarde che in quel periodo avevano grandi difficoltà ad accedere al credito bancario. Ed è cresciuta negli anni.
Per questo motivo, il 14 aprile Sardex ha aperto all'azionariato diffuso attraverso una campagna di equity crowdfunding.
L'obiettivo minimo di 600mila euro è stato raggiunto in pochi giorni, quello massimo è arrivare a 2,5 milioni.
Sardex, a cosa servono
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Sono circa 5mila monete complementari e sociali in tutto il mondo. Le monete sociali e complementari, come nel caso dell'italiana Sardex, sono un importante strumento dell'economia collaborativa e solidale con l'obiettivo di rimettere l'economia al servizio delle persone. Lo sviluppo a partire dalla crisi economica del 2007. Da lì hanno cominciato a rafforzarsi e ad espandersi a livello globale, principalmente per affrontare la scarsa liquidità monetaria, la precarizzazione, la perdita del lavoro e, più in generale, il peggioramento di una prospettiva futura.
Il progetto tutto italiano della Community nazionale dell'economia reale si basa su tre pilastri ossia: nuovi clienti, rapidità nei pagamenti e liquidità aggiuntiva.
Un progetto che conta su diverse partnership: da Cdp Venture Capital a Fondazione di Sardegna, a Innogest, Primomiglio, Fabrick e altri investitori.
Come funzionano i Sardex
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Sardex funziona come una sorta di camera di compensazione di beni e servizi all'interno della quale le aziende (oggi più di 1000) comprano ciò di cui hanno bisogno e lo ripagano vendendo il proprio prodotto (o servizio) alla comunità, chiarisce l'Unionesarda.
Per interagire (offrire/vendere-domandare/comprare) è necessario iscriversi (la quota è irrisoria e commisurata all'azienda) e una volta dentro ci si scopre avvolti da un mondo virtuale con ricadute in quello reale.
L'offerta va dai servizi all'impresa e alla persona (consulenti, commercialisti, avvocati, pulizie uffici, informatica, cancelleria, trasporti, auto) fino a comprendere tutti i beni: alimenti, salumi, formaggi, vini, abbigliamento, gomme per l'auto e via dicendo.
Un sardex vale un euro ma si deve spendere nel circuito quanto dal circuito si è ricevuto.
Un Sardex misura il valore di un bene o un servizio reale e non è soggetto a speculazione. Per questo si differenzia profondamente dalle cosiddette criptovalute o monete virtuali come i Bitcoin. Il cui valore è determinato proprio dalla speculazione, essendo soggetto a oscillazioni sulla base degli scambi che avviene in tempo reale. Mentre un Sardex vale un euro oggi e varrà un euro anche domani, un Bitcoin oggi vale 45mila euro ma domani potrebbe valerne due. Dai primi cento soci del 2010 - che per lo più erano titolari di piccole e medie imprese sarde - e 100mila crediti di transazioni, si è passati ai circuiti in altre Regioni come Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna, per arrivare nel 2015 circa 100 milioni di crediti transati.
Nel 2016 "Sardex srl" è diventato "Sardex Spa" con l'ingresso di sei nuovi soci e un investimento da 3 milioni di euro che vengono utilizzati per lo sviluppo del nuovo piano industriale.
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