D'ora in avanti chi ha l'abitudine di molestare il prossimo con squilli indesiderati dovrà considerare che questo comportamento potrebbe costargli caro: fino a 400 euro per ogni giorno di molestia. La Corte di Cassazione (21273/ 2007) ha infatti confermato una condanna ad un risarcimento di ben 12.000 euro (oltre alla multa di 2.550) inflitta ad una donna che per circa un mese aveva fatto telefonate spesso mute ad una sua rivale.
La Corte nella parte motiva della sentenza ha chiarito che una simile somma, liquidata dai giudici della Corte d'Appello a titolo di risarcimento del danno morale, "appare congruamente quantificata e giustificata in relazione alla lunga protrazione delle condotte lesive e alla rilevanza ed intensita' del pregiudizio che notoriamente le molestie insistentemente realizzate con il mezzo del telefono recano al bene giuridico della tranquillita' individuale".
Secondo la Prima sezione penale della Cassazione, la Corte d'Appello ha preso giustamente in considerazione le "numerose telefonate concentrate in un solo mese".
A nulla è valso il Ricorso in Cassazione della donna che lamentava l'eccessività del danno morale liquidato. La Corte, infatti, respingendo il ricorso, ha messo in evidenza che le chiamate mute erano state "oggettivamente allarmanti". Di quì la condanna a 12.000 euro di risarcimento, pari a circa 400 euro al giorno, per gli squilli indesiderati che erano durati un mese intero.
La Corte nella parte motiva della sentenza ha chiarito che una simile somma, liquidata dai giudici della Corte d'Appello a titolo di risarcimento del danno morale, "appare congruamente quantificata e giustificata in relazione alla lunga protrazione delle condotte lesive e alla rilevanza ed intensita' del pregiudizio che notoriamente le molestie insistentemente realizzate con il mezzo del telefono recano al bene giuridico della tranquillita' individuale".
Secondo la Prima sezione penale della Cassazione, la Corte d'Appello ha preso giustamente in considerazione le "numerose telefonate concentrate in un solo mese".
A nulla è valso il Ricorso in Cassazione della donna che lamentava l'eccessività del danno morale liquidato. La Corte, infatti, respingendo il ricorso, ha messo in evidenza che le chiamate mute erano state "oggettivamente allarmanti". Di quì la condanna a 12.000 euro di risarcimento, pari a circa 400 euro al giorno, per gli squilli indesiderati che erano durati un mese intero.
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