Nessun risarcimento né per mobbing e neppure per straining se la dipendente lamenta un demansionamento dettato da ragioni legittime di riorganizzazione dell'ente comunale datore

Niente risarcimento per mobbing o straining

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Nessun risarcimento alla dipendente a cui sono state cambiate le mansioni dall'ente comunale datore per esigenze organizzative legittime.

Non è configurabile nel caso di specie né il mobbing né lo straining, figura più lieve del precedente per l'assenza della continuità delle vessazioni. Questo quanto chiarito dalla Cassazione n. 32020/2022 (sotto allegata).

Dipendente comunale demansionata chiede i danni

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Una dipendente comunale agisce in giudizio per chiedere il risarcimento del danno subito a causa del suo demansionamento, chiedendo a titolo di ristoro l'indennità di posizione organizzativa di cui avrebbe dovuto godere fino a giugno 2007, data originaria di scadenza del suo incarico, oltre al danno non patrimoniale patito, da liquidare in via equitativa.

Cambio di mansioni legittimo: danni non provati

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La donna, che subisce il rigetto delle sue richieste in primo grado e in appello, in sede di Cassazione lamenta la revoca illegittima dell'incarico apicale, il mobbing o lo straining conseguenti all'illegittimità del demansionamento e infine l'omesso esame di fatti di rilievo come la lesione della sua immagine professionale, della sua dignità e della sua vita di relazione.

Tutte doglianze che però la Cassazione respinge perché il danno da mobbing non solo non è stato provato, la stessa ricorrente ha ammesso infatti l'esigenza organizzativa che ha condotto al mutamento del suo incarico.

Sulla domanda di straining però la Cassazione si sofferma, ricordando che il datore, nel rispetto di quanto sancito dall'art 2087 c.c. è tenuto a non adottare condizioni lavorative stressogene, c.d straining, che la giurisprudenza qualifica come forma attenuata di mobbing in cui difetta la continuità delle condotte vessatorie ai danni del dipendente.

Neppure tale ipotesi lieve però sussiste nel caso di specie, perché è stato accertato che la condotta dell'ente comunale non ha profili d'illegittimità. In ogni caso la ricorrente non ha fornito prove dei danni lamentati.

Leggi anche:

- Mobbing: la guida legale

- Straining: definizioni e tutele

Scarica pdf Cassazione n. 32020/2022

Foto: 123rf.com
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