- Cosa si intende per gaslighting
- Come riconoscere il gaslighting
- Chi è il gaslighter
- La vittima di gaslighting
- Gaslighting: conseguenze penali
- Danno da gaslighting
Cosa si intende per gaslighting
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Secondo il dizionario americano Merriam-Webster, edito e continuamente aggiornato dal 1831, "gaslighting" è stato il sostantivo più cercato nel 2022 e si è, pertanto, aggiudicato il titolo di parola dell'anno.
Il predetto termine trae origine da un'opera teatrale del 1938 intitolata appunto "gas light" (luci a gas), da cui fu tratto il film Gaslight del 1944 di George Cukor, in cui viene raccontata la storia di Gregory, che fa credere alla moglie Paula di essere pazza, utilizzando come strategia quella di alterare le luci della lampada a gas della casa: quando la moglie si avvede del calo di intensità della luce, il marito cerca di convincerla che il fenomeno sia frutto della sua immaginazione, spingendola a dubitare di se stessa e della propria sanità mentale.
Tra i primi a parlare di gaslighting in Italia figura la rivista web di psicologia Psicoadvisor che descrive il fenomeno come una «forma di violenza psicologica silenziosa, in cui si sperimenta angoscia, impotenza, frustrazione e si finisce per diventare vittime di un abuso senza accorgersene».
Come riconoscere il gaslighting
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Trattasi di azioni costanti, ma impercettibili, flebili ma pungenti, come una sorta di lento stillicidio, un reiterarsi di comportamenti sempre e comunque negati dall'abusante.
Dunque, il gaslighting non è altro che una forma di maltrattamento, un abuso emotivo di solito posto in essere da partner con disturbi della personalità, narcisisti e manipolatori che inducono la vittima a dubitare delle proprie percezioni e dei propri sentimenti, fino al punto di ritenere di avere problemi mentali.
Chi è il gaslighter
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L'obiettivo dell'abusante è di sopprimere le reazioni di autodifesa della vittima per sfuggire alle sanzioni che gli spetterebbero e continuare così a perpetrare l'abuso.
Il gaslighter, conoscendo bene la vittima e sapendo come raggiungere il suo obiettivo, prova soddisfazione nell'assistere alla sua lenta distruzione.
La vittima di gaslighting
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Il modus operandi di questi porta la vittima ad una dipendenza nei confronti delle opinioni del proprio abusante, facendo insorgere quel senso di insicurezza che spinge a cercare la costante approvazione del partner, il quale ha tutto l'interesse a tenere la sua "preda" in stato di soggezione.
Di solito le vittime sono donne, ma può capitare anche agli uomini di subire abusi di questo tipo.
Persino i figli possono essere vittime di un genitore manipolatore, che solitamente condiziona anche l'altro genitore, o addirittura di entrambi i genitori quando agiscono in complicità tra loro.
In questi casi i genitori lasciano i figli in un limbo in cui non ci sono responsabilità e dove vivono in maniera subordinata rispetto al genitore. In sostanza il rapporto con il genitore si basa sulla paura e sul senso di colpa, e non sull'educazione e sull'amore.
In generale il gaslighting può caratterizzare qualsiasi tipologia di relazione, di amicizia o di amore, generando un rapporto di dipendenza che esclude l'affetto.
Condotte di questo tipo possono essere perpetrate anche in contesti lavorativi.
In questo caso l'abusante può essere un collega alla pari oppure un superiore, per titoli e responsabilità.
Di solito il gaslighter si rivolge alla vittima con espressioni di questo tipo: "Sei pazzo/a / Hai problemi di salute mentale / Hai bisogno di aiuto / Sei tu che ricordi male / Non è mai successo / Hai le allucinazioni / Stai facendo un melodramma per niente / Sei troppo sensibile / Stai esagerando / Non sei capace di far nulla! / Ti stai immaginando tutto / Sbagli sempre tutto! / Tu non sei nessuno!".
Gaslighting: conseguenze penali
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Il gaslighting, soprattutto quando è di lunga durata, può causare ansia, depressione e persino psicosi.
In passato la sottomissione al volere di una persona in modo da ridurla in totale stato di soggezione, configurava uno specifico reato, il plagio, previsto dall'articolo 603 c.p., poi dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 96/81.
Attualmente, mentre in Francia, in Spagna e in Belgio è stato introdotto il reato di manipolazione mentale che punisce chi causa uno stato di soggezione attraverso l'esercizio di gravi e ripetute pressioni o tecniche volte ad alterare la capacità di giudizio, nel nostro ordinamento il gaslighting e le azioni manipolatorie attraverso le quali si attua non sono espressamente riconosciute come reato.
Tuttavia, la Cassazione sostiene da tempo che il reato di maltrattamenti sussiste non solo nel caso di percosse, lesioni e minacce, ma anche quando la vittima subisce continue umiliazioni, atti di disprezzo e di offesa che generano nella stessa afflizioni morali (v., per tutte, Cass. sentenza n. 4849/2015). Dunque, il gaslighting rientra nelle ipotesi più ampie dei maltrattamenti in famiglia di cui all'art. 570 c.p.
Si ritiene, invece, configurato il reato di stalking laddove si dimostri la sussistenza degli elementi previsti dall'art. 612 bis c.p.: il perdurare dello stato di ansia, paura o il fondato timore per la propria incolumità o di un congiunto o partner, oppure nel caso in cui vi sia alterazione delle proprie abitudini di vita.
Danno da gaslighting
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Con riferimento al danno patito dalla vittima di gaslighting, esso è riconducibile alla categoria dei danni esistenziali derivanti dalla violenza psicologica, vale a dire a quei danni che comportano un'alterazione rilevante del modo di vivere e di essere, di avere stima e fiducia in se stessi, i quali, tuttavia, devono essere una conseguenza diretta della manipolazione e della condotta posta in essere dall'abusante.
Nei casi più gravi, quando il condizionamento è così forte o la vittima particolarmente fragile da riportare delle conseguenze a livello psicologico o fisico, si può anche configurare anche un danno psichico o biologico.
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Per ottenere il risarcimento bisogna agire in giudizio provando di aver subito detti danni attraverso testimonianze oppure producendo le conversazioni, i messaggi e le comunicazioni offensive ed umilianti.
Se è subentrato anche uno stato depressivo o altra patologia, bisogna produrre la documentazione medica attestante la diagnosi e il nesso di causalità, ossia il legame tra la condotta criminale del manipolatore e la malattia che ha causato nella vittima.
Concludendo, nonostante in Italia negli ultimi anni la giurisprudenza sembri essere orientata verso la condanna degli atti aventi ad oggetto le condotte abusanti di questo tipo, sarebbe opportuno un intervento legislativo per combattere e punire con un'apposita norma il gaslighting e tutte le forme di manipolazione mentale, soprattutto in considerazione dei numerosi casi di cronaca quotidiana dai quali emergono episodi di totale soggezione di persone da parte di altre, nonostante manchi l'elemento della costrizione fisica.
Tuttavia, la denuncia di tali episodi rappresenta solamente la punta dell'iceberg formato da un "sommerso" che troppo spesso non viene denunciato e che, ancora più spesso, resta all'interno delle mura domestiche.
Avvocata Francesca della Ratta
francescadellara@gmail.com
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