Assolta la dottoressa che rispetta le linee guida nell'intubare la paziente
La Corte di Cassazione con la sentenza n. 5595/2022 (sotto allegata) nel rigettare i ricorsi avanzati dalle parti civili, parenti di una donna defunta dopo un intervento, nega la responsabilità dei due medici imputati in concorso per il reato di omicidio colposo.
Alla dottoressa, in particolare, è stato contestato di aver agito con imprudenza, negligenza e imperizia perché, dopo il fallimento di tre tentativi di intubazione della paziente e aver proceduto alla ventilazione forzata, la stessa, rilevato un edema nella glottide della donna, avrebbe omesso di praticare una puntura cricotiroidea e tardato colposamente un intervento di tracheotomia.
Condotte che però però sia in primo grado che in sede di appello non hanno portato le autorità giudiziarie a una pronuncia di condanna, bensì di assoluzione.
Dalla sentenza di merito impugnata è emerso infatti il rispetto, da parte della dottoressa, delle regole cautelari da adottare nella fase di intubazione della paziente. Nel rispetto delle linee guida, infatti, la dottoressa, dopo aver sottoposto la paziente a dei test per la valutazione del rischio, con esito di grado 2, ha proceduto all'intubazione stante l'assenza di indici di pericolosità della procedura.
La sottoposizione ad anestesia generale un anno prima e la terapia cortisonica di alcuni giorni prima non erano elementi dai quali la dottoressa avrebbe potuto desumere una impossibilità di procedere con all'intubazione della paziente. Nessuna responsabilità neppure nei tentativi successivi di intubazione della paziente.
La manovra è stata eseguita correttamente, nessun ritardo quindi è addebitabile alla dottoressa, che non ha mai abbandonato la paziente e non ha mai interrotto la somministrazione di ossigeno. Nessuna ipossia è stata cagionata alla paziente dalla condotta della dottoressa, che correttamente è andat assolta dal reato di omicidio colposo.
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Scarica pdf Cassazione n. 5595/2023