Torna sulle colonne virtuali di Law In Action il caro Prof. Enrico Cuccodoro, Docente di diritto costituzionale UniSalento
Coordinatore nazionale Osservatorio Istituzionale per la libertà e la giustizia sociale "Sandro e Carla Pertini", traendo spunto dalla catastrofe accaduta in Emilia Romagna e Marche per una serie di riflessioni e considerazioni.
L'obiettivo? La "concordia armonica tra diritto e condizioni del lavoro verso il benessere ambientale".
I precedenti articoli del Prof. Cuccodoro sono stati pubblicati il 26 aprile 2023 e il 22 maggio 2023.
Buona lettura!
Davanti alla crisi socio-ecologica e le sfide per la "sostenibilità integrale"
di Enrico Cuccodoro
Docente di diritto costituzionale UniSalento
Coordinatore nazionale Osservatorio Istituzionale per la libertà e la giustizia sociale "Sandro e Carla Pertini"
Gli eventi idrogeologici provocati dalle furiose, avverse condizioni climatiche con le quali dover fare i conti in termini sociali economici e morali e, soprattutto, dalla ricorrenza frequente di tali fenomeni catastrofici, annunciati o improvvisi, davvero lasciano margini minimi a parole prive di sostanza reale, invece di azioni concrete e prepositive per invertire la rotta.
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Dalla lettera e dallo spirito di molteplici documenti e interventi, taluni assai accorati, quali considerazioni e denunce, risalenti e più attuali, affiorano timori circa lo sviluppo umano, denunciati squilibri, essenziali i doveri di solidarietà e dignità da orientare in ragione della c.d. "transizione ecologica" per modificare e correggere gli stili di vita, custodire al meglio possibile l'ambiente, la salute, il lavoro, vincere con equità la crisi energetica tra nazioni e popoli del mondo.
Che l'ambiente sia un bene costantemente in pericolo e in bilico, non è certo una novità del momento, che si fa drammatica cronaca davanti a calamità e ripetuti disastri. Anzi. Non per caso, si vanno ormai moltiplicando prese di allarmata coscienza di cittadini e associazioni, comitati, mobilitazioni in difesa di un bene dal quale dipende il futuro della specie umana.
Tuttavia, l'effettiva tutela (anche planetaria) si scontra con difficoltà e contraddizioni di non poca entità, proprio in ragione di posizioni e interessi contrapposti che così si incrociano o in stati di fatto, spesso con tanto "contagio letale" d'indifferenza e presupponenza sul fronte della reale salvaguardia e della c.d. "giustizia climatica". Sicché, sovente, si è davanti a linee di tensione, se non di vera e propria, rilevante frattura, come nel caso di prioritarie necessità per la cittadinanza consapevole e responsabile, soprattutto nella maggior consapevolezza delle nuove generazioni in difesa della estensione di libertà e diritti, adeguata e sincera tutela ambientale e dell'habitat ecologico, anche per fronteggiare impellenti emergenze climatiche e di sostenibilità delle risorse. Segnano, comunque, positiva pagina di generosità naturale dei giovani gli esempi dei moltissimi volenterosi ragazzi e ragazze, subito resisi impegnati nell'ammirevole soccorso per spalare fango e detriti anche per dare concreto aiuto nelle zone colpite dall'alluvione in Emilia-Romagna e nell'area nord delle Marche, come già si verificò nella devastata Firenze per la furia dell'Arno durante quelle giornate drammatiche, dopo l'inondazione del 4 novembre 1966.***
Tali sensibilità in merito alle cospicue declinazioni dei temi ambientali sono le principali teste di capitolo del denso, prestigioso volume or ora edito, con autorevoli contributi e riflessioni ad hoc, nel collettaneo bel lavoro curato da Maurizia Pierri e Maria Luisa Tacelli, La sfida dell'ecologia integrale. Ambiente e diritti fondamentali, riforme economico sociali e transizione ecologica (M. Pierri, M. L. Tacelli; pubblicazione del ciclo di Seminari dell'Unione Giuristi Cattolici Italiani), Jus Quia Justum Ed., Roma, 2022, pp. 130.
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Per muovere in medias res e richiamare qui l'oculato pensiero della giurisprudenza costituzionale occorre tornare a porre al centro delle decisioni politiche day to day il "valore primario ed assoluto" dell'ambiente. Renderne, cioè, saldo principio-guida per la direzione e l'esercizio di ogni altro "programma politico", che sempre in via di fatto e logica formale precede l'indirizzo politico, come Vezio Crisafulli ha magistralmente insegnato. Tanto, aggregare ad esso una disciplina organica e sistematica orientata nel medio e lungo termine, quanto proiettata verso il futuro, anche in ragione dei mutamenti climatici e le trasformazioni epocali che affliggono il pianeta. La sua tutela "integrale" deve essere effettiva, incisiva e realistica, specialmente "questione" presa sul serio, poiché, non ci sono più margini di tempo. Ovvero, con le parole del Segretario generale dell'ONU: hashtag: basta bugie; non più dire una cosa e farne un'altra… e poi, con lo sguardo volto al futuro… largo ai giovani, artefici del domani che, formidabile, inesorabilmente avanza!
Con oculatezza, ci si deve richiamare al rispetto dei diritti umani, alla good Governance, quale dovere chiesto agli Stati per assicurare la sostenibilità dello sviluppo, sia a livello territoriale e nazionale, sia in ambiti sovranazionali al fine di reinterpretare il potere sovrano degli ordinamenti statali nel conformare le loro politiche interne alle regole internazionali "comuni", ove è in evidenza ciò che si qualifica a fortiori nel carattere "peculiare" e "dinamico" di relative sovereignty e di planetary or global sovereignty.
Ci è noto come le problematiche poste dalla questione ambientale, di natura giuridica, sociale e umanitaria, non conoscono confini spaziali o temporali: fenomeni quali inquinamento e disastri ecologici, mutamenti climatici, degrado del patrimonio floro-faunistico, massiccio sfruttamento e depauperamento delle risorse naturali, alterazioni o compromissione degli equilibri biologici e della diversità dell'ecosistema hanno rilevanza universale e gli effetti si propagano, a cascata, in maniera irreversibile. Dunque, la miglior difesa si fa prevenzione, coordinamento, appunto costruzione di un sistema integrato e interrelato su più livelli d'azione di efficace salvaguardia dell'ambiente e di protezione estesi all'intera superficie terrestre: cioè, la nostra stessa casa, dove ora ci è dato vivere e di chi verrà dopo di noi!
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Questa dimensione universale delle interazioni tra uomo e ambiente appare così il preciso filo rosso di svariate, manifestate "voci" e "vedute", che poi si riflettono nella "trasversalità" e coerente "polidimensionalità" del diritto all'ambiente, secondo natura (individuale e collettiva), ambito spaziale (locale nazionale comunitario internazionale), contenuti (territorio, bellezze paesaggistiche, risorse naturali, patrimonio di arte e cultura dei luoghi, salute e qualità della vita), nonché per varia incidenza e rilevanza economica, sociale, giuridica, secondo il principio fondamentale per la salvezza del pianeta: "chi inquina paga" e "stop alle emissioni climalteranti".
È, dunque, il delinearsi di un sistema giuridico internazionale per la tutela del c.d. "diritto umano dell'ambiente" quale insieme di diritti individuali dei singoli, alcuni riconducibili a priorità naturalistiche o sanitarie, altri originati da esigenze culturali, educative, ricreative, di partecipazione e aggregazione democratica e sociale, tutti in quanto co-essenziali al pieno sviluppo della persona umana individualmente o parte della comunità civile, come considerata nella "sostenibilità integrale", auspicata nel pensiero espresso con vigore da Papa Francesco, senza egoismi o miopi risposte di fronte a crisi energetica, disuguaglianze, illegalità e corruzione, indifferenza o indegnità e, soprattutto, gravi compromissioni conseguenti al reale catalogo delle libertà fondamentali di tutti.
C'è da mettere in campo rinnovati slanci e ragionevolezza in ordine alle volontà ed esigenze di promozione del progresso economico e sociale dei popoli nel quadro di programmi globali di sviluppo sostenibile, attraverso la cooperazione tra soggetti politici, forze economiche e protagonisti sociali in costante interazione tra sfera pubblica e privata, specie in ordine all'agenda ambientale e alle grandi emergenze connesse, davanti ai nostri occhi.
Infatti, sono priorità: la protezione della natura e della biodiversità, la progressiva riduzione e l'eliminazione degli effetti ambientali discorsivi per la salute umana, specie dopo gli strascichi prodotti dalla calamità pandemica non pienamente domata, le alterazioni improvvise del clima, la promozione di un uso sostenibile e pacato delle risorse naturali e nel campo del progressivo contenimento per la gestione dei rifiuti e degli scarti che si producono a ripetizione.
Proprio, nel settore della tutela dell'ambiente, va notato, da ultimo, quanto davvero sia indispensabile dover tendere al raggiungimento, sempre più equilibrato e costruttivo, dei livelli di omogeneità tra opzioni politiche in campo e conoscenze scientifiche, tra tecnica e politica capaci di consentire un efficace coordinamento fra ambiti istituzionali verso tutte le attività e funzioni adatte a monitorare il rispetto degli standard ambientali, suggeriti e definiti volta a volta nelle competenze statuali e da parte delle varie amministrazioni del territorio. E, più impellente che mai, ovunque, conseguire più conveniente concordia armonica tra diritto e condizioni del lavoro verso il benessere ambientale.
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