E' sempre vietato spiare il lavoratore, anche se è un fannullone! E' quanto chiarisce la Corte di Cassazione (Sentenza 15892/2007) mettendo al bando il ricorso esasperato a mezzi tecnologici per controllare le attività dei dipendenti. Simili iniziative da parte delle aziende, spiega la Corte, finiscono per annullare "ogni forma di garanzia della dignita' e della riservatezza del lavoratore".
Anche se la vigilanza sul lavoro può essere necessaria per evitare condotte illecite dei lavoratori, il controllo va mantenuto "in una dimensione 'umana' e cioe' non esasperata dall'uso di tecnologie" che violano la privacy del dipendente stesso.
La Corte ha così annullato il licenziamento di un dipendente Eni che si era reso responsabile di gravi inadempienze ed era stato "scoperto" grazie al "badge" di ingresso nel garage aziendale. Tale meccanismo consentiva di controllare gli orari di entrata e di uscita dei dipendenti.
Tel apparecchiatura, spiega la Corte, non era stata concordata con le rappresentanze sindacali né autorizzata dall'ispettorato del lavoro. Di qui la reintegra nel posto di lavoro.
Anche se la vigilanza sul lavoro può essere necessaria per evitare condotte illecite dei lavoratori, il controllo va mantenuto "in una dimensione 'umana' e cioe' non esasperata dall'uso di tecnologie" che violano la privacy del dipendente stesso.
La Corte ha così annullato il licenziamento di un dipendente Eni che si era reso responsabile di gravi inadempienze ed era stato "scoperto" grazie al "badge" di ingresso nel garage aziendale. Tale meccanismo consentiva di controllare gli orari di entrata e di uscita dei dipendenti.
Tel apparecchiatura, spiega la Corte, non era stata concordata con le rappresentanze sindacali né autorizzata dall'ispettorato del lavoro. Di qui la reintegra nel posto di lavoro.
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