La Corte di Cassazione (Sent. 8643/07) ha stabilito che ai fini della ricostruzione indiretta dei ricavi di un'impresa di ristorazione è fondato e legittimo l'accertamento effettuato mediante l'applicazione del prezzo medio di un pasto al numero delle prestazioni fornite, stimato sulla scorta del consumo dei tovaglioli.
I Giudici di Piazza Cavour hanno precisato che tale accertamento (emesso ai sensi dell'art. 39, comma primo, lett. d), del Dpr 600/73), è legittimo e ciò anche in presenza di una contabilità formalmente regolare tenuta dal ristoratore. Ma non solo. I Giudici hanno precisato che tale accertamento è regolare anche in assenza di gravi incongruenze tra i ricavi, i compensi e i corrispettivi dichiarati e quelli fondatamente desumibili dalle caratteristiche e dalle condizioni di esercizio della specifica attività svolta, ovvero dagli studi di settore.
I Giudici di Piazza Cavour hanno precisato che tale accertamento (emesso ai sensi dell'art. 39, comma primo, lett. d), del Dpr 600/73), è legittimo e ciò anche in presenza di una contabilità formalmente regolare tenuta dal ristoratore. Ma non solo. I Giudici hanno precisato che tale accertamento è regolare anche in assenza di gravi incongruenze tra i ricavi, i compensi e i corrispettivi dichiarati e quelli fondatamente desumibili dalle caratteristiche e dalle condizioni di esercizio della specifica attività svolta, ovvero dagli studi di settore.
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