La Corte ha dichiarato invalida la prassi della banca di capitalizzare trimestralmente gli interessi sul conto corrente in assenza di una specifica pattuizione scritta

Il correntista, assistito dallo scrivente Studio Legale Vitale, ha ottenuto una significativa vittoria nel contenzioso contro una Banca. La controversia, iniziata diversi anni fa, si è conclusa con una sentenza definitiva della Corte di Appello di Lecce, emessa il 28 marzo 2024, che ha condannato la banca alla restituzione di oltre € 60.000 per somme indebitamente addebitate sul conto corrente del cliente a seguito di una apertura di credito (fido bancario).

La genesi della controversia: somme non dovute sul conto corrente

Il contenzioso ha origine da una apertura di credito in conto corrente a favore di un imprenditore. Negli anni, la gestione del conto da parte della banca ha presentato diverse irregolarità, tra cui l'applicazione di interessi ultralegali, anatocismo trimestrale e commissioni di massimo scoperto (CMS) non pattuite né giustificate. Tali pratiche hanno portato a un addebito ingente a carico del correntista, che ha deciso di agire legalmente per ottenere la restituzione di quanto versato indebitamente.

Assistito dallo Studio Legale Vitale, il correntista ha avviato una causa presso il Tribunale di Brindisi, chiedendo la dichiarazione di nullità delle clausole contrattuali illegittime, l'accertamento dell'esatto dare-avere e la restituzione delle somme percepite ingiustamente dalla banca.

Le decisioni della Corte di Appello: sentenza parziale e definitiva

Il contenzioso ha visto due momenti chiave: una sentenza parziale emessa dalla Corte di Appello di Lecce il 26 aprile 2021, seguita dalla sentenza definitiva del 28 marzo 2024, che ha concluso il procedimento.

Sentenza parziale del 26 aprile 2021: i principi di diritto

Con la sentenza n. 491/2021, la Corte di Appello ha riconosciuto pienamente la legittimità delle richieste del correntista in merito agli interessi ultralegali e alle altre somme illegittime addebitate.

I punti chiave della sentenza parziale:

  • Illegittimità della capitalizzazione trimestrale degli interessi: la Corte ha dichiarato invalida la prassi della banca di capitalizzare trimestralmente gli interessi sul conto corrente in assenza di una specifica pattuizione scritta. Questo aspetto ha permesso di escludere una parte rilevante degli addebiti contestati.

  • Applicazione dei tassi di interesse legali: la Corte ha stabilito che, per il periodo antecedente al 1995, durante il quale non vi era una specifica pattuizione sui tassi d'interesse, dovesse essere applicato il tasso legale previsto dall'art. 1284 c.c., e non i tassi più elevati utilizzati dalla banca. Questo ha comportato un ricalcolo a favore del correntista.

  • Rigetto dell'eccezione di prescrizione: la Corte ha respinto l'eccezione di prescrizione sollevata dalla banca, riconoscendo che la Banca non aveva fornito adeguata dimostrazione che le somme contestate fossero prescritte, consentendo così all'imprenditore di proseguire con la richiesta di restituzione.

Sentenza definitiva del 28 marzo 2024: la vittoria finale

La sentenza definitiva della Corte di Appello di Lecce n.275/2024, emessa il 28 marzo 2024, ha confermato l'esito favorevole per l'imprenditore, stabilendo in via definitiva che la Banca dovesse restituire € 61.100,82, oltre agli interessi legali.

I punti centrali della sentenza definitiva:

  • Accoglimento delle conclusioni del consulente tecnico d'ufficio (CTU): la Corte ha accolto le conclusioni del CTU, incaricato di ricalcolare la posizione debitoria e creditoria tra le parti, confermando che oltre € 60.000 erano stati indebitamente percepiti dalla banca.

  • Rimborso delle spese legali: oltre alla restituzione dell'importo indebito, la Corte ha disposto il rimborso integrale delle spese legali sostenute dal correntista in entrambi i gradi di giudizio, inclusi i compensi per gli avvocati e le spese delle consulenze tecniche d'ufficio.

Un precedente rilevante per i contenziosi bancari

Il caso è stato un esempio di come una rigorosa analisi delle clausole contrattuali bancarie e una strategia difensiva ben strutturata possano portare a risultati concreti a favore degli imprenditori .

In particolare, la sentenza rafforza la giurisprudenza in materia di illegittimità dell'anatocismo trimestrale e dell'applicazione di interessi ultralegali senza un'adeguata pattuizione scritta, ribadendo il diritto dei correntisti di chiedere la restituzione delle somme indebitamente percepite dalle banche.


Avv. Silvia Vitale - Avv. Vincenzo Vitale

STUDIO LEGALE VITALE

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