Un gradito ritorno sulle colonne di questo quotidiano per Stefano Sylos Labini con la replica a quanto pubblicato il 5 dicembre 2024 su "Il Foglio", diretto da Claudio Cerasa, da Luciano Capone e Carlo Stagnaro sotto il titolo "Ogni bonus è debito. L'inutilità dei crediti fiscali trasferibili". I due Autori prendevano l'abbrivio dall'articolo di Stefano Sylos Labini su "Il Sole 24 Ore"del 3 dicembre 2024 intitolato "Tutti i benefici dei crediti fiscali trasferibili".
Molte volte ci siamo occupati di crediti fiscali ospitando papers analitici.
Lasciamo, dunque, la parola al caro Stefano ringraziandolo per l'ambita preferenza.
Buona lettura!
Facciamo chiarezza sui crediti fiscali trasferibili
Stefano Sylos Labini*
Capone e Stagnaro hanno pubblicato un articolo sul Foglio per criticare il mio sul Sole24Ore.
Per prima cosa è opportuno precisare che all'emissione i crediti fiscali non generano alcun debito semmai si potrebbe creare debito se la crescita dell'economia e del gettito fiscale è insufficiente.
Dunque il debito potrebbe crescere ex post diversamente dai BTP che creano debito all'emissione in quanto si tratta di titoli che vengono venduti per raccogliere euro da restituire con gli interessi.
A costoro non è chiaro che i crediti fiscali trasferibili li possiamo creare noi per finanziare l'economia senza anticipare euro e quindi senza chiedere soldi in prestito sui mercati finanziari.
E ciò che conta è il rapporto debito/Pil che in Italia nel periodo 2020/23 si è ridotto di quasi 20 punti % a dimostrazione che il Pil è cresciuto più rapidamente del debito pubblico.
Lascia senza parole la tesi dei due autori - che non viene spiegata - per cui non sarebbe vero che i crediti fiscali più circolano e meglio è per la crescita dell'economia e del gettito fiscale.
Farebbero meglio a ripassarsi la teoria quantitativa della moneta che dimostra che ciò che conta è la velocità di circolazione della moneta.
Inoltre i due autori non hanno ben chiaro che l'impatto economico dei crediti fiscali trasferibili va ben oltre i lavori di ristrutturazione edilizia e si prolunga fin quando i crediti fiscali vengono portati in compensazione. Ovviamente il massimo beneficio si può ottenere se i crediti fiscali possono circolare senza limitazioni.
Nel momento in cui vengono messi limiti alle cessioni come è avvenuto con il governo Draghi, si paralizza il mercato di scambio e si impenna lo sconto finanziario riducendo l'afflusso di euro nell'economia e quindi il moltiplicatore.
In questo quadro si avranno conseguenze negative sul futuro andamento dei conti pubblici che purtroppo sono auto indotte.
Infine bisogna sottolineare che Eurostat e Istat hanno concordato di violare il SEC 2010 secondo cui un credito fiscale è pagabile se esiste il diritto al rimborso cash e non se può circolare come risulta nelle nuove linee guida del manuale MGDD.
I crediti fiscali dei bonus edilizi sono non pagabili perché lo Stato non paga e hanno un impatto sulle casse dello Stato solo nel momento in cui vengono esercitati.
Classificando come pagabili i crediti fiscali del superbonus del 2023, il rapporto deficit/Pil è schizzato al 7,2% facendo scattare una procedura di infrazione che in sostanza è auto inflitta.
Per concludere faccio presente che i crediti fiscali trasferibili all'origine della Moneta Fiscale sono pienamente legittimi nell'eurozona.
I crediti fiscali sono titoli di Stato che danno il diritto a scontare le tasse: è il mercato che in modo libero e autonomo decide di accettarli e di scambiarli contro merci e servizi oppure contro euro.
Così i crediti fiscali possono funzionare come un mezzo di pagamento ad accettazione volontaria che non mette in discussione l'euro come moneta unica a corso legale.
*Gruppo Moneta Fiscale
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