La Cassazione chiarisce che non scatta la responsabilità dell'avvocato se l'omissione non è la causa del rigetto della domanda di risarcimento dell'assistito


Con l'ordinanza n. 475 del 2025 (sotto allegata) la Corte di Cassazione ha affrontato una questione di rilevante importanza per la professione forense: la responsabilità dell'avvocato per l'omesso deposito di documenti necessari alla difesa del cliente. Questo principio sottolinea l'importanza di un'assistenza legale diligente e rigorosa, ponendo precisi obblighi a carico del professionista.

I fatti alla base della controversia

Nel caso esaminato, un avvocato era stato incaricato di rappresentare un cliente in una controversia civile. Tuttavia, il professionista non aveva depositato entro i termini previsti alcuni documenti fondamentali per il buon esito della causa. Tale omissione aveva comportato il rigetto della domanda avanzata dal cliente, con conseguenti danni economici significativi (nella specie, si trattava di un dipendente a tempo determinato di Poste Italiane che aveva agito in giudizio per sentir dichiarare l'illegittimità dei diversi contratti a termine succedutisi nel tempo).

Il cliente, ritenendo che l'errore fosse imputabile alla negligenza dell'avvocato, aveva promosso un'azione risarcitoria per ottenere il ristoro dei danni subiti.

Il principio sancito dalla Cassazione

Con la sentenza in esame, la Corte di Cassazione ha confermato la responsabilità dell'avvocato per l'omissione, stabilendo che:

  1. Diligenza professionale: l'avvocato è tenuto a svolgere il proprio incarico con diligenza qualificata, ai sensi dell'art. 1176, comma 2, del codice civile, che richiama gli standard richiesti per l'esercizio delle professioni intellettuali.

  2. Onere della prova: in caso di contestazione, è l'avvocato a dover dimostrare di aver compiuto tutte le attività necessarie per tutelare gli interessi del cliente, incluso il deposito puntuale dei documenti.

  3. Causalità del danno: l'omissione deve essere direttamente collegata al danno subito dal cliente, il quale deve provare che, in assenza della negligenza, l'esito della causa sarebbe stato favorevole.

  4. Nessuna responsabilità per l'avvocato

    Tuttavia, nel caso di specie, la S.C. ha ritenuto che non possa scattare la responsabilità professionale dell'avvocato per il mancato deposito di documenti poiché la causa di rigetto della domanda di risarcimento dell'assistito non può rinvenirsi solo sull'omesso deposito della documentazione da parte del difensore, bensì anche sul notevole lasso di tempo intercorso tra la scadenza di uno dei contratti a termine e l'iniziativa del lavoratore. Per cui il ricorso è rigettato.
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