Lombosciatalgia: non è legittimo impedimento

Con la sentenza n. 306/2024, pubblicata il 16 gennaio 2025 sul sito del Codice deontologico, il Consiglio Nazionale Forense (CNF) ha affrontato la questione del legittimo impedimento nel procedimento disciplinare, chiarendo che una generica lombosciatalgia non costituisce, di per sé, un motivo sufficiente per ottenere il rinvio dell'udienza.

Il contesto della decisione

La sentenza trae origine da un caso in cui un avvocato aveva richiesto il rinvio di un'udienza disciplinare adducendo come motivo una lombosciatalgia, certificata dal medico. Il Consiglio Distrettuale di Disciplina aveva ritenuto che la documentazione non comprovasse un impedimento assoluto alla partecipazione all'udienza. La questione è stata quindi portata all'attenzione del CNF, il quale ha confermato il rigetto.

La nozione di legittimo impedimento

Il legittimo impedimento, nel contesto disciplinare, si configura quando sussistono circostanze che rendono oggettivamente impossibile la partecipazione dell'incolpato all'udienza. Tali circostanze devono essere adeguatamente documentate e valutate caso per caso, considerando la natura dell'impedimento e la sua incidenza sull'effettiva possibilità di presenza.

La decisione del CNF

Il CNF, con la sentenza in esame, ha ribadito, riportandosi alla copiosa giurisprudenza domestica e di legittimità in materia (cfr. ex multis, Cass. n. 29589/2022; CNF n. 242/2024), che "l'impedimento del professionista a comparire innanzi al giudice disciplinare non puo" ritenersi sussistente qualora generico e non documentale e lo stesso impedimento non puo" ritenersi sussistente anche qualora non sia supportato da certificato medico che dimostri l'assoluto impedimento del professionista a comparire".

Nel caso esaminato, il CNF ha rilevato che la documentazione prodotta non forniva elementi sufficienti per provare un'incapacità totale di partecipare all'udienza.