La sentenza della Corte d'Appello di Lecce ha confermato la nullità di due contratti di finanziamento stipulati rispettivamente nel 2007 e nel 2009 accertando che i tassi di interesse applicati superavano il limite d'usura stabilito dalla legge


Questa decisione potrebbe riguardare un numero significativo di contratti di prestito personale stipulati dai consumatori prima del 2011.

La sentenza

Una tutela per i consumatori contro i tassi usurariIl caso deciso dalla Corte d'Appello di Lecce ha visto un consumatore ottenere la nullità degli interessi pattuiti in due contratti di finanziamento, con la conseguente gratuità del prestito e il diritto alla restituzione delle somme versate in eccesso. La Corte ha riconosciuto che il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) applicato superava il tasso soglia previsto dalla normativa antiusura, stabilendo che la presenza di interessi usurari rende nulla qualsiasi clausola contrattuale relativa agli interessi, siano essi corrispettivi o moratori.

Un aspetto cruciale della decisione è stato il calcolo del TAEG, nel quale la Corte ha incluso anche le spese accessorie, come quelle relative a una polizza assicurativa collegata al finanziamento. La polizza era stata stipulata contestualmente al prestito e destinata a garantirne il rimborso, configurando un chiaro collegamento con il contratto di finanziamento. Questo ha contribuito a superare il tasso soglia e ha portato alla dichiarazione di nullità degli interessi applicati.

Il quadro normativo e giurisprudenziale di riferimento

La decisione si inserisce nel solco tracciato dall'art. 1815 c.c., che sancisce la nullità della clausola sugli interessi usurari e la non debenza di alcun interesse, e dall'art. 644 c.p., che nella determinazione del tasso usurario impone di considerare commissioni, remunerazioni e spese collegate all'erogazione del credito.
Il quadro è completato dalle tutele specifiche previste per i consumatori dall'art. 125-bis del TUB e dall'art. 36 del Codice del Consumo, che configurano una nullità di protezione operante solo a vantaggio del consumatore e rilevabile d'ufficio dal giudice.

Implicazioni pratiche e prospettive

L'importanza di questa sentenza va oltre il caso specifico in quanto le condizioni contrattuali dei prestiti personali stipulati prima del 2011 spesso non rispettavano i limiti di legge sui tassi d'interesse. Molti consumatori potrebbero essere vittime inconsapevoli di clausole usurarie e avere diritto alla restituzione di somme ingiustamente versate.


Ciò, in quanto l'anno 2011 segna un punto di svolta in materia di regolamentazione bancaria, con un maggiore controllo sui contratti di finanziamento e un'applicazione più rigorosa delle normative antiusura. Tuttavia, per i contratti stipulati in precedenza, le verifiche sul TAEG erano meno rigorose e molti finanziamenti includevano spese accessorie che non venivano correttamente considerate ai fini del calcolo del tasso effettivo.

Questa sentenza deve essere un campanello d'allarme per tutti i consumatori che hanno stipulato prestiti personali in quegli anni in quanto potrebbero emergere anomalie che consentono di ottenere la nullità degli interessi e, in molti casi, un rimborso delle somme versate in eccesso.

Conclusioni

La sentenza della Corte d'Appello di Lecce offre quindi un'opportunità concreta per i consumatori di fare chiarezza sui propri contratti di finanziamento. Un passo che, oltre a garantire giustizia, può restituire serenità economica a molte famiglie.


Avv. Silvia Vitale

Avv. Vincenzo Vitale

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