Profili giuridici e strategie di contrasto su un fenomeno che assume sempre maggiore rilevanza sollevando questioni di ordine pubblico e responsabilità penale minorile

Le baby gang

Negli ultimi anni, il fenomeno delle baby gang ha assunto una crescente rilevanza sociale e giuridica, sollevando questioni di ordine pubblico e responsabilità penale minorile. Si tratta di gruppi di giovani, spesso minorenni, che compiono reati di vario genere, dalla violenza privata ai furti, dalle rapine agli atti di vandalismo, fino ad arrivare a condotte più gravi come il tentato omicidio.
L'attenzione del legislatore e della giurisprudenza si è concentrata sulla necessità di bilanciare la repressione penale con un approccio rieducativo, in linea con i principi del diritto minorile.

Baby gang e responsabilità penale dei minori

In Italia, la responsabilità penale minorile è regolata dal D.P.R. 22 settembre 1988, n. 448, che disciplina il processo penale a carico di imputati minorenni. Il sistema si basa su due principi fondamentali:
• Imputabilità dai 14 anni in su: Ai sensi dell'art. 97 c.p., i minori di 14 anni sono considerati non imputabili, mentre tra i 14 e i 18 anni l'imputabilità viene valutata caso per caso, tenendo conto della capacità di intendere e volere del soggetto.
• Finalità rieducativa: Il processo penale minorile mira più alla rieducazione che alla punizione, favorendo misure alternative alla detenzione, come la messa alla prova o il perdono giudiziale (artt. 28-29 D.P.R. 448/1988).
Le Principali Fattispecie di Reato
Le baby gang si rendono protagoniste di reati di vario tipo, tra cui:
• Violenza privata e lesioni personali (artt. 610 e 582 c.p.), spesso connotate da aggressioni fisiche o bullismo aggravato.
• Furti e rapine (artt. 624 e 628 c.p.), spesso ai danni di coetanei o persone vulnerabili.
• Danneggiamento e atti vandalici (art. 635 c.p.), con episodi di distruzione di beni pubblici o privati.
• Associazione per delinquere (art. 416 c.p.), ipotesi che si configura quando il gruppo ha una struttura organizzata e finalità criminose.

Strategie di contrasto: repressione o prevenzione"

Il contrasto al fenomeno delle baby gang deve articolarsi su due piani: repressivo e preventivo.
1. L'Intervento Repressivo
Negli ultimi anni si è assistito a un irrigidimento della risposta penale, con misure come:
• Arresti e misure cautelari più frequenti nei confronti dei minorenni coinvolti in reati gravi.
• Inasprimento delle pene per reati commessi in gruppo, con l'aggravante della "minorata difesa" della vittima.
• Modifiche normative per limitare l'accesso a misure alternative, rendendo più difficile l'applicazione della sospensione del processo con messa alla prova.
2. Le Politiche Preventive
Accanto alla repressione, è fondamentale un'azione preventiva che coinvolga famiglia, scuola e comunità. Alcune strategie efficaci includono:
• Maggiori investimenti in istruzione e formazione professionale, per offrire alternative alla devianza.
• Programmi di giustizia riparativa, che permettano ai minori di comprendere le conseguenze delle loro azioni.
• Coinvolgimento delle famiglie e supporto psicologico, per affrontare situazioni di disagio sociale e familiare.

Conclusioni

Il fenomeno delle baby gang rappresenta una sfida complessa che richiede un equilibrio tra repressione e prevenzione. Un approccio puramente punitivo rischia di essere inefficace, mentre un sistema che punti sulla rieducazione e sull'inclusione sociale può offrire ai giovani una vera possibilità di riscatto.
Solo attraverso una risposta giuridica organica, accompagnata da politiche sociali adeguate, sarà possibile arginare il fenomeno e garantire maggiore sicurezza alla collettività.


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