E' da tempo in atto una sensibile accelerazione della disponibilità della politica alle direttive del potere economico


Quest'ultimo ha definitivamente preso il controllo dei partiti (eccetto, per ora, il Movimento 5S), compreso quello che una volta si chiamava Partito Comunista.

Si va così ridisegnando l'ordine sociale in chiave decisamente antidemocratica.
Con il governo Meloni il fenomeno si è accentuato, con una serie di disposizioni dirette a creare un'area di impunità per i politici tale da consentire loro la massima libertà d'azione.
Il connesso stravolgimento costituzionale viene ignorato anche dalla opinione pubblica, accuratamente indottrinata da una accentuata ed estesa propaganda, sostenuta dai media, tutti ormai sotto controllo.
Ed ecco che è stato abolito il reato di abuso d'ufficio che è in realtà la prima garanzia per il cittadino contro la cattiva gestione del potere pubblico e il conflitto di interessi.
E' stato poi limitato l'uso delle intercettazioni relativamente ai reati dei colletti bianchi fornendo così a questi ultimi un'ampia area di impunità.
Si procede ancora con le privatizzazioni, che sono sostanzialmente un furto alla collettività e che già hanno danneggiato pesantemente l'Italia, declassandola dal 4° al 15° posto nella classifica mondiale dei Paesi industrali. E ci riferiamo alla svendita dell'IRI.
E' da tempo in atto, non solo in Italia, un'articolata ed estesa aggressione ai diritti ed alla stessa civiltà democratica.
Va formandosi un clima di autoritarismo che è anche dovuto all'influenza svolta dagli Stati Uniti che hanno sempre esercitato una estesa interferenza politica in tutto il mondo, come ha ammesso il funzionario della CIA F.Mark Wyatt (in Foreign Relations of the United States, 1948).
Gli Stati Uniti sono "geneticamente" contrari a governi controllati dal popolo in quanto non forniscono certezze circa la precisa tutela dei loro interessi economici Da sempre operano quindi, con ogni mezzo (anche seminando attentati o eliminando direttamente i candidati più popolari) per arrivare ad insediare governi autocratici (v., da noi, il caso Moro, Gladio, Stay Behind, ecc.).
Un dittatore è sempre privilegiato e preferito essendo facilmente gestibile.
Si assiste anche, oltre ad una vasta introduzione di limitazioni e costrizioni individuali già sperimentata estesamente con la crisi del Covid, nonchè alla introduzione di controlli sempre più penetranti sui giornalisti e sui media in genere.
Onde garantire a politici e colletti bianchi la piena impunità, si cerca di neutralizzare la Magistratura, demolendone l'indipendenza. E questo è il primo passo per abolire lo Stato di Diritto e con esso, le garanzie di base dei cittadini.
La prima mossa in questa direzione è stata la modifica della composizione del CSM, inserendovi, per un terzo del totale, dei membri politici.
Ciò ha comportato la modifica della Costituzione: una iniziativa chiaramente incostituzionale. Per la Costituzione, infatti, il CSM è l'organo di autogoverno della Magistratura che, con tale modifica, diventa di eterogoverno, violando uno dei capisaldi della Costituzione, ovvero la separazione dei poteri, garanzia fondamentale di uno Stato di Diritto e tutela di base per il popolo.
Separazione significa indipendenza e autonomia reciproca. Cioè, il potere esecutivo e quello legislativo non possono interferire con funzioni, organizzazione e modalità operative riguardanti l'attività del potere giudiziario. Ciò è rigorosamente tassativo.
Ed ora si progetta di elevare i componenti laici del CSM addirittura al 50%. Un'autentica bestemmia giuridica ed un attentato alle garanzie di tutela dei diritti dei cittadini.
Un altro passo rilevante è stato l'abolizione del Pretore. Un Magistrato che fruiva di una perfetta autonomia grazie a meccanismi automatici relativamente a stipendio, carriera e località operativa.
Questa completa autonomia rendeva il Pretore completamente libero da pressioni e influenze esterne rendendolo troppo pericoloso per i tanti propensi a non osservare le regole.
Un altro passo, oltre al tentativo di restaurare la gerarchia nella Magistratura, è stato la depenalizzazione dei reati contro la P.a.. E qui ci avviciniamo alla eversione istituzionale.
Ma l'obbiettivo di fondo rimane il controllo completo della Magistratura. La prospettata scissione tra le carriere del giudice e quelle del Pubblico Ministero ha la finalità di realizzare una forma di dipendenza di quest'ultimo dall'esecutivo al fine di creare una giustizia specifica per chi conta. Si vuole cioè limitare l'operatività del PM e condizionarne le scelte, cioè indicargli le tipologie di attività, diciamo di reati, contro i quali intervenire.
E il Giudice si troverebbe ovviamente a dover seguire queste limitazioni, giudicando solo ciò che viene proposto dal PM.
Una violazione clamorosa del principio di eguaglianza dei dittadini di fronte alla legge.
Un altro elemento di rilevante considerazione in questa tematica della separazione è la cultura della giurisdizione.
Oggi, tale cultura è condivisa da PM e magistrato: entrambi sono motivati dalla ricerca della verità dei fatti e della effettiva responsabilità da questi emergente.
Con la separazione, il PM propenderà ad acquisire logiche di polizia, riducendo le garanzie di tutela del cittadino.
Tutto ciò ha lo scopo di garantire l'impunità a politici ed amministratori, sottraendoli al controllo di legalità.
Assicurare mano libera al colletto bianco che delinque, attribuisce la totale libertà di violare a piacimento le norme contro la cattiva gestione delle funzioni pubbliche e garantisce una piena libertà all'attività politica clienterale.
Non è un caso che Transparency International abbia posto il nostro disastrato Paese al 52° posto nella classifica della corruzione pubblica.
Il peggiore fra tutti i Paesi industrializzati.
Con queste prospettate "riforme" arriveremo rapidamente in fondo alla classifica.
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Foto: 123rf.com
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