La Quarta Sezione Penale della Corte di Cassazione (Sent. n. 27740/2007) ha stabilito che investire un pedone ubriaco può integrare la fattispecie dell'omicidio colposo e ciò in quanto il conducente deve sempre osservare la massima attenzione nella guida.
I Giudici del Palazzaccio hanno infatti precisato che "grava sul conducente l'obbligo di ispezionare continuamente la strada che sta per impegnare, mantenendo un costante controllo del veicolo in rapporto alle condizioni della strada stessa e del traffico e di prevedere tutte quelle situazioni che la comune esperienza comprende, in modo da non costituire intralcio o pericolo per gli altri utenti della strada".
"Al fine di escludere la responsabilità del conducente - aggiunge poi la Corte - è, perciò, necessario che lo stesso sia trovato, per motivi estranei ad ogni suo obbligo di diligenza, nella oggettiva impossibilità di avvistare il pedone e di osservarne i movimenti, attuati in modo rapido ed inatteso; occorre, inoltre che nessuna infrazione alle norme della circolazione stradale ed a quelle di comune prudenza sia riscontrabile nel suo comportamento".
Con questa decisione la Corte ha confermato la condanna per omicidio colposo inflitta a un automobilista "reo" di aver investito un pedone ubriaco uccidendolo.
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I Giudici del Palazzaccio hanno infatti precisato che "grava sul conducente l'obbligo di ispezionare continuamente la strada che sta per impegnare, mantenendo un costante controllo del veicolo in rapporto alle condizioni della strada stessa e del traffico e di prevedere tutte quelle situazioni che la comune esperienza comprende, in modo da non costituire intralcio o pericolo per gli altri utenti della strada".
"Al fine di escludere la responsabilità del conducente - aggiunge poi la Corte - è, perciò, necessario che lo stesso sia trovato, per motivi estranei ad ogni suo obbligo di diligenza, nella oggettiva impossibilità di avvistare il pedone e di osservarne i movimenti, attuati in modo rapido ed inatteso; occorre, inoltre che nessuna infrazione alle norme della circolazione stradale ed a quelle di comune prudenza sia riscontrabile nel suo comportamento".
Con questa decisione la Corte ha confermato la condanna per omicidio colposo inflitta a un automobilista "reo" di aver investito un pedone ubriaco uccidendolo.
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