La Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione (Sent. 43087/07) ha stabilito che "il fatto ingiusto che provoca lo stato d'ira non deve necessariamente provenire dalla persona fisica dell'offeso, che può essere legato al provocatore da rapporti tali da farlo apparire come un suo 'nuncius' o, comunque, da giustificare, alla stregua delle comuni regole di esperienza, lo stato d'ira e quindi la reazione offensiva dell'agente".
La Corte ha poi aggiunto che "l'esimente di cui all'art. 599/2 per l'offesa arrecata al mandatario dell'attore di un fatto ingiusto che provochi lo stato d'ira è riconoscibile a due condizioni, a) che lo stesso offeso sia inteso volontario rappresentante del provocatore, b) che, conseguentemente, la reazione dell'attore dell'ingiuria non concerna la sua persona per se stessa. L'esimente è dunque esclusa nel caso in cui l'offeso sia un mandatario doveroso, preposto per una mansione di ufficio cui non abbia possibilità di sottrarsi".
La Corte ha poi aggiunto che "l'esimente di cui all'art. 599/2 per l'offesa arrecata al mandatario dell'attore di un fatto ingiusto che provochi lo stato d'ira è riconoscibile a due condizioni, a) che lo stesso offeso sia inteso volontario rappresentante del provocatore, b) che, conseguentemente, la reazione dell'attore dell'ingiuria non concerna la sua persona per se stessa. L'esimente è dunque esclusa nel caso in cui l'offeso sia un mandatario doveroso, preposto per una mansione di ufficio cui non abbia possibilità di sottrarsi".
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