Il turpiloquio di un portiere nei confronti del condominio è "un comportamento contrario al vivere civile della comunita' dell'edificio" che interrompe quel legame di fiducia che deve sussistere tra datore e prestatore di lavoro. Sulla base di queste motivazioni la Corte di Cassazione (Sentenza n. 26073/2007) ha confermato la legittimità del licenziamento di un portiere di Palermo che aveva più volte parlato male dei condomini del palazzo in cui lavorava. Il portiere aveva anche minacciato un addetto alle pulizie dell'edificio. Secondo la Corte il licenziamento dell'uomo e' legittimo e ciò anche se nella fattispecie non era stato affisso il Codice disciplinare. Tale affissione spiega la Corte non serve "per i comportamenti manifestamente contrastanti con la legge e con il contratto o con i valori comunemente accettati".
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