Il sindaco, nell'interesse dei cittadini, può dare del "menefreghista" a chi è indolente sul lavoro. E' quanto si desume da una sentenza della Corte di Cassazione che ha annullato una doppia condanna inflitta ad un Sindaco che "con una lettera diretta al presidente della Provincia si lamentava del fatto che le strade, dopo una nevicata di tre giorni, non erano state sgomberate dalla neve, in quanto l'affidatario del servizio di pulizia delle strade lo svolgeva con menefreghismo e scarsa professionalita'". I giudici di merito avevano ritenuto ingiuriosi i termini utilizzati dal primo cittadino, condannandolo anche al risarcircimento del danno. Ora però la Cassazione ha ribaltato la decisione sancendo che il sindaco va assolto "perche' il fatto non sussiste" e perche' chi e' alla guida di una comunita' "non solo ha il potere ma il dovere nell'interesse della comunita' amministrata di controllare l'esatto adempimento dell'appalto e di compiere tutte le azioni necessarie per garantire il risultato".
I Giudici del palazzaccio riconscono che il termine 'menefreghista' "e' inelegante nei rapporti tra organi istituzionali" e che "non dovrebbe essere usato" ma, sottolinea, "tenuto conto del contesto nel quale e' stata usata l'espressione incriminata, con la stessa [...] ha voluto denunciare che nella esecuzione del lavoro l'appaltatore non metteva la dovuta attenzione creando disagi alla popolazione".
Inoltre, spiega la Corte il sindaco ha "il dovere e il diritto di controllare l'esecuzione del lavoro dell'appaltatore ed il dovere di rappresentare le sue valutazioni all'ente appaltante, non si puo' ritenere che l'espressione abbia una portata offensiva".
Ad analoga conclusione è giunta la Corte in merito al termine 'scarsa professionalita' che ha considerato come un "espressione pacificamente non offensiva".
Ma non basta, la Cassazione ha fatto anche un riconoscimento morale al sindaco che si e' fatto carico di migliorare il servizio per i suoi cittadini. "Il problema in questo settore - annotano a Piazza Cavour - e' proprio l'atteggiamento opposto dei pubblici amministratori che spesso non garantiscono controlli davvero penetranti, limitandosi a verifiche superficiali sull'esatto adempimento dei compiti affidati a soggetti esterni all'amministrazione con conseguente danno per i cittadini amministrati".
I Giudici del palazzaccio riconscono che il termine 'menefreghista' "e' inelegante nei rapporti tra organi istituzionali" e che "non dovrebbe essere usato" ma, sottolinea, "tenuto conto del contesto nel quale e' stata usata l'espressione incriminata, con la stessa [...] ha voluto denunciare che nella esecuzione del lavoro l'appaltatore non metteva la dovuta attenzione creando disagi alla popolazione".
Inoltre, spiega la Corte il sindaco ha "il dovere e il diritto di controllare l'esecuzione del lavoro dell'appaltatore ed il dovere di rappresentare le sue valutazioni all'ente appaltante, non si puo' ritenere che l'espressione abbia una portata offensiva".
Ad analoga conclusione è giunta la Corte in merito al termine 'scarsa professionalita' che ha considerato come un "espressione pacificamente non offensiva".
Ma non basta, la Cassazione ha fatto anche un riconoscimento morale al sindaco che si e' fatto carico di migliorare il servizio per i suoi cittadini. "Il problema in questo settore - annotano a Piazza Cavour - e' proprio l'atteggiamento opposto dei pubblici amministratori che spesso non garantiscono controlli davvero penetranti, limitandosi a verifiche superficiali sull'esatto adempimento dei compiti affidati a soggetti esterni all'amministrazione con conseguente danno per i cittadini amministrati".
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