Basta uno squillo muto per far scattare una condanna per molestie. Parola di Cassazione. E poco importa se la chiamata è stata di breve durata. Secondo la Corte lo squillo muto può "turbare la serenita' e nel complesso e' riconducibile a quel modo di agire indiscreto e impertinente che integra il concetto di petulanza". Ecco perché in tal caso il comportamento è multabile come una vera e propria molestia. I Giudici di Piazza Cavour (sentenza n.29971/2008) nella sentenza si sono occupati del caso di una donna che il Tribunale di Torino aveva condannato per molestie avendo fatto delle chiamate di brevissima durata a dei vicini di casa con cui aveva delle "ataviche liti da tutte riconosciute ed ammesse". La donna si è rivolta alla Cassazione per chiedere clemenza, anche sulla base del fatto che le chiamate, fatte di in genere di parole e frasi incomplete, si erano spesso limitate "ad un semplice squillo". I Giudici della Corte hanno respinto il ricorso ricordando che le chiamate, anche se di breve durata, "costituiscono indubbiamente una ingiustificata interferenza nell'altrui sfera privata". Ora la donna dovrà pagare una multa di 344 euro e risarcire il danno in favore dei vicini che si sono costituiti parte civile.
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