Violare la privacy di una reginetta della bellezza può costare il carcere. Parola di Cassazione. La Corte ha infatti confermato una condanna a 6 mesi e 10 giorni di reclusione ad un fotografo per il reato di interferenze illecite nella vita privata. L'uomo si era "indebitamente procurato immagini attinenti alla vita privata di alcune ragazze partecipanti al concorso mentre, nude o semi nude, si trovavano in un camerino allestito per potersi cambiare d'abito". Secondo la Corte i camerini delle miss devono essere equiparati ad una casa perche' pur non costituendo dimora, consentono una temporanea ed esclusiva disponibilita' dello spazio in cui e' garantita un'area di intimita' e di riservatezza. L'intraprendente fotografo era stato condannato (in primo e secondo grado) per il reato previsto dall'art. 615 bis c. p. per essersi intrufolato con la sua macchina fotografica nei camerini di Miss italia. Inutile il ricorso per Cassazione, per sostenere che un camerino non puo' essere considerato luogo di privata dimora. La Corte (V sezione penale, sentenza n. 36032/2008) ha respinto il ricorso sottolineando che devono intendersi come luoghi di privata dimora tutti quelli che consentono alle persone di trattenersi per compiere, anche in modo transitorio atti della loro vita privata". E ciò proprio come lo spogliatoio per le aspiranti al titolo di miss dove è necessario "assicurare alle stesse intimita' e riservatezza".
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