Diversamente il matrimonio verrebbe ingiustificatamente strumentalizzato per il raggiungimento di finalità diverse e/o ulteriori rispetto a quelle proprie dell'istituto.
La decisione è stata presa con riguardo al caso di una donna extracomunitaria che aveva sposato un cittadino italiano per evitare il provvedimento di espulsione e si era separata dopo pochi mesi.
Di qui il provvedimento di revoca del permesso di soggiorno da parte del questore di Pescara e la presentazione del ricorso che però, sulla scia dell'orientamento formatosi con la precedente sentenza n. 936/2001 dello stesso TAR, è stato rigettato dai giudici amministrativi: lo straniero che scioglie in maniera repentina la convivenza matrimoniale con il cittadino italiano perde il diritto alla cittadinanza e dunque, allo scadere del permesso di soggiorno, deve essere espulso.
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