Le ordinanze di custodia cautelare emesse dai pm in assenza del procuratore capo sono valide. Lo sottolineano le Sezioni Unite della Corte di Cassazione spiegando (in relazione alla riforma Castelli sull'ordinamento giudiziario che chiedeva l'assenso del procuratore capo) che manca una specifica disposizione che colleghi la disposizione della riforma (che riguarda l'ordinamento giudiziario e non il processo) al processo penale. La riforma prevede solo che il procuratore capo debba essere informato, ma non c'è alcuna previsione che renda necessaria anche la sua firma ai fini della validità. La disposizione della riforma in sostanza introduce una regolamentazione interna che non può avere effetti sul processo penale. Secondo la Corte, in sostanza, al pm non serve l'ok del capo per chiedere un arresto, è sufficiente dunque la firma del pm che ha condotto le indagini. I supremi giudici hanno così risposto negativamente al quesito "se il previo assenso scritto del Procuratore della Repubblica si configuri come condizione di ammissibilità della richiesta di misura cautelare personale da parte del magistrato dell'Ufficio del pm assegnatario del procedimento e quindi di validità della conseguente ordinanza cautelare".
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