Per sette lunghi giorni ha dovuto convivere con l'angoscia di una diagnosi che gli aveva riscontrato il virus dell'Aids. Era stato questo l'esito di accertamenti eseguiti presso una Casa di Cura bolognese a cui un giovane si era rivolto per una banale lesione al tendine d'achille. Dopo una settimana però quella diagnosi si è rilevata frutto di un banale errore. I giovane per quel turbamento aveva richiesto anche il risarcimento del danno morale ma ora sul caso si è pronunciata la Corte di Cassazione (sentenza 7999/2009), che ha respinto il ricorso specificando che non si può riconoscere questo tipo di danno. Sicuramente spiega la Corte per 7 giorni l'uomo ha vissuto una 'comprensibile e gravissima agitazione' ma la sua serenita' come 'le abituali condizioni di vita' non sono state intaccate. Resta fermo naturalmente il diritto al risarcimento del danno biologico che peraltro gli è stato già riconosciuto. Nel grado di appello la Casa di Cura era stata condannata a risarcire un danno di 25 mila euro per la diagnosi errata ma era stato negato il danno morale sulla base del fatto che non era emersa alcuna ipotesi di reato ma che c'era stata semplicemente una 'illecita esecuzione dell'esame'. Quando il caso è finito in Cassazione la Corte ha definitivamente accertato la correttezza della decisione dei giudici di merito che 'con motivazione adeguata ed esente da vizi logici" hano spiegato che le stesse modalita' della vicenda escludono che il giovane "possa aver subito una permanente e significativa modificazione in peggio delle sue abituali condizioni di vita o che si sia verificato un qualsiasi peggioramento della serenita' famigliare, riconoscendogli, invece, una comprensibile, gravissima agitazione della prima settimana'.
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