La polizia Giudiziaria non può procedere alla perquisizione di edifici per presunti abusi edilizi commessi da parlamentari. Secondo la Cassazione infatti occorre il via libera preventivo della Camera di appartenenza. E a nulla rileva il fatto che l'interessato non si sia opposto ai controlli, secondo gli Ermellini, la perquisizione o il sequestro si risolvono comunque in una "lesione della inviolabilita' del domicilio del parlamentare medesimo". Sulla scorta di tale principio la Terza sezione penale ha accolto il ricorso di un parlamentare annullando "perche' il fatto non sussiste" la decisione della Corte d'appello presa in relazione ad un presunto abuso edilizio consistito nella ristrutturazione e trasformazione in residenza di un antico fabbricato. La Corte (sentenza 11170/2009) nella parte motiva ha evidenziato che "l'ingresso della polizia giudiziaria nell'abitazione del parlamentare, per compiere attivita' da qualificarsi come perquisizione domiciliare, avrebbe dovuto essere preventivamente autorizzato dalla Camera di appartenenza. Di conseguenza, in assenza di tale autorizzazione gli atti compiuti devono ritenersi inutilizzabili".
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