Linea dura della Corte di Cassazione contro lo "stalking". Per scoraggiare il fenomeno i Giudici di Piazza Cavour invitano i giudici a tenere lontani i persecutori dai luoghi che frequentano le loro ex. Secondo la corte in caso di "stalkink" è off limits anche la casa coniugale. Nella sentenza la Corte si occupa del caso di un quarantenne livornese indagato per maltrattamenti nei confronti della sua ex consorte. Secondo l'accusa l'uomo l'avrebbe più volte aggredita fisicamente e moralmente continuando ad andare nell'abitazione coniugale ed andando anche ad abitare nelle sue vicinanze. La Sesta sezione penale della Corte (sentenza n.16658/2009) analizzando il caso ha evidenziato che l'uomo risulta affetto dalla "sindrome dell'assalitore assillante" ed aveva costretto la sua ex, cui era stata affidata una delle due figlie minorenni, a farsi accompagnare al lavoro o in altri posti da un agente di sicurezza. Inizialmente il gip del Tribunale di Livorno aveva ritenuto inutile inibire all'ex marito l'ingresso nella casa coniugale, mentre il Tribunale del Riesame un mese più tardi aveva ritenuto più che giustificata la misura coercitiva. Ora la Cassazione ha detto la parola definitiva spiegando che la misura non è affatto eccessiva e che anzi si tratta di una misura "sin troppo mite in rapporto alla gravita' del comportamento lesivo" messo in atto dal giovane. In attesa del processo (per maltrattamenti in famiglia) l'uomo dovrà ora evitare in ogni caso di frequentare "la ex casa coniugale, i luoghi dove la ex consorte e' solita recarsi, da sola o con le figlie, nonche' i luoghi di abituale frequentazione della donna e di domicilio della sua famiglia di origine e dei suoi prossimi congiunti".
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