Fiorisce tutta una letteratura riguardo ai vantaggi e agli svantaggi dell'uso delle tecniche moderne ed in particolare del prorompente ingresso del computer
Fiorisce tutta una letteratura riguardo ai vantaggi e agli svantaggi dell'uso delle tecniche moderne ed in particolare del prorompente ingresso del computer nelle abitudini quotidiane, ancor più significativamente quelle legate alla realtà del lavoro. Pare interessante, fra lo sterminato campo delle voci che si levano in proposito, avanzare qui sommessamente una osservazione circa le utilità non connesse con la praticità pragmatica che risponde a criteri di enorme facilitazione e velocizzazione dello svolgimento delle mansioni, un tempo adempiute manualmente ed oggi, come si dice, computerizzate o informatizzate. Ebbene sì, l'uso del computer può far bene anche allo spirito, giovare alla personalità del soggetto adoperante. Chi ritenga di non possedere un'"importanza" personale sufficiente, infatti, potrà supplirla attraverso la tastiera. Pare vero, in altre parole, che la soddisfazione della propria coscienza possa derivare non soltanto dalla realizzazione di compiti che il computer facilita nella concretizzazione del risultato e che sono spessissimo complessi e collegati ad alte abilità mansionali (chi conosce ed applica le infinite possibilità messe a disposizione dall'elettronica è un lavoratore spesso dotato di capacità e conoscenze molto elevate) ma anche dalla possibilità, data soprattutto a chi del computer fa uno strumento di espressione di sé attraverso lo scritto e il calcolo, di superare eventuali remore psicologiche collegate ad una insufficiente valutazione del proprio io e dell'immagine di sé. Dematerializzando la propria persona e affidando la comunicazione allo strumento, è possibile infatti che il soggetto riesca ad avere risultati su se stesso e sugli altri che direttamente non potrebbe raggiungere in diverso modo. L'osservazione vale, se vogliamo rifarci al mondo dell'arte, per lo scrittore che realizza risultati che non raggiungerebbe come oratore o anche più semplicemente nella quotidiana socializzazione, e così per il pittore: l'uno e l'altro possono compensare difficoltà ed esprimersi con modalità che una insufficiente considerazione concreta di sé non consentirebbe loro a livello reale. Ed il discorso vale per chiunque abbia capacità eccellenti l'ordinario in qualsiasi funzione: il grande tenore come il campione sportivo, chi possa esprimersi cioè, ad un piano superiore alla stessa considerazione che ha di sé. Il computer ha il pregio di diffondere nella massa queste potenzialità e di creare, di conseguenza, persone più felici di quanto potrebbero essere altrimenti. Di più, la dematerializzazione che si verifica attraverso lo scritto ed il calcolo permette risultati ancora più significativi: il calciatore ed il tenore debbono comunque avere un modo fisico, anche se non una soggettività interiore, prorompente e di grande effetto; l'operatore al computer invece non ne avrà bisogno perché sublimerà attraverso lo strumento la propria esigenza di essere, realizzando una comunicazione efficace e adeguata e consegnando agli altri una immagine accresciuta rispetto a quanto ritiene di poter valere.
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