Troppi soldi non hanno effetto diseducativo sui figli. Per questo se i genitori sono benestanti possono accontentare la prole su tutto accordandogli un cospicuo mantenimento. Parola di Cassazione. Secondo Piazza Cavour (sentenza 11538/2009) l'art. 147 del 'obbliga i genitori a far fronte ad una molteplicita' di esigenze, non riconducibili al solo obbligo alimentare, ma estese all'aspetto abitativo, culturale, scolastico, sportivo, sanitario, sociale, all'assistenza morale e materiale', in una parola: 'alla opportuna predisposizione, fin quando l'eta' dei figli lo richieda, di una stabile organizzazione domestica, idonea a rispondere a tutte le necessita' di cura e di educazione'. Il caso preso in esame dalla Corte riguarda un padre separato a cui il Tribunale aveva imposto un mantenimento in favore di due figlie nella misura di 1.100 euro al mese per ciascuna di loro, con l'aggiunta del 50% delle spese per esigenze mediche. Più sfortunata la moglie a cui l'ex marito doveva corrispondere la minore somma di Euro 500 mensili. In appello i Giudici avevano ridotto il mantenimento delle figlie a 600 euro ciascuna affermando che troppi soldi avrebbero potuto avere effetti diseducativi. Il caso è finito in Cassazione dove la madre ha sostenuto che l'affermazione dei giudici di merito era 'apodittica, astratta, avulsa dalla realta' fattuale e giuridica' e che le 'esigenze delle figlie erano molteplici e anche accresciute'. La Corte ha ora chiarito che non si può sostenere che dare troppi soldi ai figli è diseducativo. Una simile affermazione anche se 'non affetta da illogicita' tuttavia non e' aderente al dettato normativo che impone di determinare la contribuzione considerando le esigenze della prole in rapporto al tenore di vita goduto in costanza di convivenza con entrambi i genitori' e tenendo conto di 'risorse e redditi di costoro'. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello di Firenze che dovrà rideterminare per le figlie l'assegno. Ovviamente in rialzo.
Altri articoli che potrebbero interessarti:
In evidenza oggi: