Con la sentenza 17455/2009 la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi in merito al concetto di subordinazione. La S.C. ribadisce che la subordinazione non deve necessariamente esprimersi in direttive scritte, o comunque, di carattere formale, e neppure, nel caso in cui il DDL sia una persona giuridica, nella sottoposizione formale ad uno o all'altro degli organi della struttura. La sottoposizione gerarchica assume diverse forme in concreto, in particolare, in riferimento all'attività svolta, al livello delle prestazioni ed alle sue modalità di svolgimento. Quindi, anche l'esercizio dei poteri gerarchici può rimanere virtuale, e non effettivo, quando il DDL scelga di non farne un uso concreto. Nel caso in cui siano stati stipulati atti scritti, il loro contenuto non è irrilevante, ma neppure decisivo. In qualsiasi rapporto di durata, in caso di difformità, le concrete modalità di svolgimento del rapporto prevalgono su quanto indicato nello scritto. Il compito di ricostruire in caso concreto i fatti è affidato al Gudice di merito che è libero nella valutazione delle prove, ma è tenuto a fornire un adeguata motivazione della ricostruzione effettuata e delle decisioni assunte.
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