I magistrati sono abituati a essere oggetto di critiche soprattutto quando ci sono in ballo vicende di notevole risonanza sociale. Ma non si lasciano di certo influenzare dalla Piazza. A difendere la Categoria è la proprio la Corte di Cassazione che ricorda come normalmente i magistrati sono persone 'di provate qualita' morali e psicologiche" ed è per questo che la piazza e le critiche non influiscono affatto sulla loro libera determinazione. Bisogna insomma tenere conto, secondo la Corte, di queste qualità e dell'esperienza che in genere possiedono le persone che sono chiamate a svolgere funzioni giurisdizionali. Gli Ermellini (sentenza 45310/2009) si sono pronunciati in questo senso esaminando il caso relativo a un sequestro di una discarica. Dieci persone per le quali era stato richiesto il rinvio a giudizio si sono rivolte alla Cassazione affermando che la risonanza mediatica della vicenda e le proteste di piazza avrebbero inciso sulla libertà dei giudici di determinarsi secondo la propria coscienza. Alla suprema Corte si era chiesto di spostare il processo in altra località ma la terza sezione penale ha respinto tale richiesta ricordando che "le campagne di stampa, quantunque accese, astiose e martellanti o le pressioni dell'opinione pubblica non sono di per se' idonee a condizionare la liberta' di determinazione del giudice, abituato ad essere oggetto di attenzione e critica senza che per cio' solo ne resti menomata la sua indipendenza di giudizio o minata la sua imparzialita'".
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