"Una certa organizzazione del lavoro- ha spiegato il Palazzaccio - si inserisce in quella attività di coordinamento e di eterodirezione che caratterizza qualsiasi organizzazione aziendale, e si configura quale semplice potere di sovraordinazione e di coordinamento, non già quale potere direttivo e disciplinare". Questo perchè "il potere gerarchico e direttivo non può esplicarsi in semplici direttive di carattere generale (compatibili con altri tipi di rapporto) ma deve manifestarsi con ordini specifici, reiterati e intrinsecamente inerenti la prestazione lavorativa, mentre il potere organizzativo in un semplice coordinamento (anch'esso compatibile con altri tipi di rapporto) ma deve manifestarsi in un effettivo inserimento del lavoratore nell'organizzazione aziendale".
Le collaborazioni coordinate e continuative possono durare anni
Francesca Bertinelli | 22 dic 2009
È quanto affermato dalla Cassazione con la sentenza n. 26986 del 22 dicembre 2009
Non possono chiedere di essere inquadrati come lavoratori i dipendenti che, anche se inseriti da tempo nell'organizzazione aziendale "non siano privati di qualsiasi autonomia". Lo ha precisato la Cassazione (con la sentenza n. 26986 del 22 dicembre 2009), respingendo il ricorso di un collaboratore coordinato e continuativo in un'azienda da anni seguiva la direttive dell'organizzazione mantenendo però la facoltà di assentarsi per lunghi periodi senza essere soggetto a sanzioni.
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