Lo ha stabilito la Cassazione con sentenza n. 28318/2009
La prima sezione civile della Corte di Cassazione ha stabilito che nel caso in cui una procedura fallimentare duri più di sette anni, i creditori debbono essere risarciti. Piazza Cavour ha richiamato un orientamento della Corte di giustizia europea secondo cui il termine ragionevole di durata per questo tipo di procedura deve essere di 7 anni. Questa durata tiene conto del tempo necessario per definire nei vari gradi di giudizio i procedimenti incidentali nati dal fallimento (6 anni in totale) e il tempo necessario per il riparto dell'attivo (un anno).
Nella parte motiva della Sentenza (n. 28318/2009) i giudici della Corte chiariscono di aver tenuto conto della particolare complessità delle procedure e sottolineano che: "Nel fissare il termine di ragionevole durata, nella valutazione della complessità della vicenda processuale, deve quindi tenersi conto delle fasi strumentali alla definizione dei rapporti e della liquidazione dei beni, rilevanti in quanto incidenti sulla complessità del caso, ferma restando la necessità di estendere il sindacato anche alla durata di dette cause, ed alle ragioni delle medesime, avuto riguardo alla loro obbiettiva difficoltà ed alla mole dei necessari incombenti".
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