Il magistrato che in udienza offende la reputazione dei componenti di uno studio legale dovrà risarcire il danno all'intero studio. Lo ha stabilito la quinta sezione penale della Corte di Cassazione (Sentenza 16281/2010) chiarendo che "l'offesa alla reputazione dei componenti di un organismo professionale, coeso per via di associazione, ridonda anche a danno dell'ente medesimo". In sostanza, spiega la Corte, l'offesa diretta ai mebri di un'associazione professionale si traduce in una lesione della reputazione dell'organismo collettivo. Nel caso preso in esame da Piazza Cavour un magistrato aveva definito "ridicoli, incompetenti e maleducati" i componenti di uno studio ed era stato condannato non solo per i reati di ingiuria e diffamazione, ma anche al risarcimento del danno. La suprema Corte ha negato al magistrato anche l'invocata esimente della provocazione che era stata richiesta sulla base del fatto che lo studio avesse adottato una condotta difensiva infondata e mirata solo a scopi dilatori. Secondo la Corte manca in tale condotta la connotazione "ingiusta" essendo piuttosto espressione, ancorchè fastidiosa, di legittime facoltà difensive.
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