Le sentenze della Corte Europea devono trovare immediata applicazione, così ha stabilito la Suprema Corte con la pronuncia n. 16507/2010 con la quale ha statuito l'immediata conversione di un ergastolo alla pena detentiva di trent'anni di reclusione per chi ha scelto il rito abbreviato. Il caso trae origine da un ricorso, ex art. 625 bis cpp, presentato da un condannato alla Suprema Corte per ottenere la revoca della sentenza definitiva pronunciata nei suoi confronti nonchè la riformulazione della decisione . Il condannato, dopo essersi visto infliggere una condanna a trent'anni di reclusione in primo grado per i reati di omicidio, tentato omicidio e maltrattamenti in famiglia, successivamente, in appello, si vedeva comminare la pena dell'ergastolo sulla base di una norma entrata in vigore il giorno della sua condanna . Per tali motivi si rivolgeva alla Corte di Strasburgo. Quest'ultima ha ritenutoche vi sia stata violazione degli art. 6 e 7 della Convenzione, del principio del giusto processo ed in particolare il diritto dell'accusato ad ottenere l'applicazione della sanzione più lieve. E' stato inoltre ritenuto che la modifica della norma, incidendo sulle modalità di determinazione della pena deve considerarsi di natura sostanziale e non processuale. Il ricorso è stato accolto e la Corte di Cassazione che, con la nuova decisione, ha immediatamente pronunciato, la conversione della pena secondo quanto previsto dalla Convenzione. Il caso ha offerto l'occasione per ricordare l'esistenza, nel nostro ordinamento, un obbligo di dare esecuzione alle sentenze della Corte internazionale, che deve essere assolto immediatamente. Senza necessità di celebrare il nuovo processo è stato possibile procedere immediatamente alla rideterminazione della pena.
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