Un comportamento odioso e che lede beni costituzionalmente protetti. Non ha mezzi termini la Corte di Cassazione contro i responsabili di molestie sul lavoro. E chi è vittima di questo tipo di molestie ha diritto ad un maxi risarcimento. La decisione è stata adottata in relazione al caso di una lavoratrice (dipendente di una concessionaria di automobili) cui è stato accordato un risarcimento di 30.000 euro a titolo di danno biologico e danno non patrimoniale per aver subito molestie sessuali dal capo. L'azienda ha tentato inutilmente di ridimensionare i fatti ma la sezione Lavoro della Corte (Sentenza n. 12318/2010) ha confermato il maxi risarcimento riconosciuto dai giudici di merito rimarcando la "odiosita' della condotta lesiva indotta soprattutto dallo stato di soggezione economica della vittima". Il danno non patrimoniale, conclude la Corte, va riferito al "clima di intimidazione creato nell'ambiente lavorativo dal comportamento del datore di lavoro e al peggioramento delle relazioni interne al nucleo familiare della dipendente in conseguenza di esso".
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