In tema di riforma del Codice della Strada a più riprese si è fatta menzione di un accorciamento dei tempi di notifica delle multe non contestate immediatamente al trasgressore. Ricordiamo che il TERMINE è ora di NOVANTA giorni, elevato a cento nel caso in cui la contravvenzione debba essere notificata anche all'obbligato in solido. A nostro orientamento tale tempistica si applica alle sole violazioni commesse dopo l'entrata in vigore della legge di riforma. In occasione della news del 2 agosto 2010 si evidenziò che si poteva fare di più a beneficio del cittadino, in special modo tenendo in considerazione le moderne tecniche informatiche di allestimento dei verbali; tant'è che ora, in virtù della riformulazione dell'Art. 200, all'Amministrazione è permesso espressamente procedere alla contestazione ed alla verbalizzazione delle infrazioni attraverso sistemi informatici; il verbale deve, comunque, contenere la sommaria descrizione del fatto accertato, gli elementi essenziali per identificare il trasgressore e la targa del veicolo con cui è stata commessa l'infrazione. L'importanza della norma sta nell'escludere quale causa di invalidità l'omessa indicazione del modello del veicolo. Copia del verbale deve essere consegnata al trasgressore. Risulta ovviamente riformulato a far data dal 29 luglio 2010 anche l'Art. 201 del Codice della Strada. In un primo tempo il testo licenziato al Senato (in seconda lettura) contemplava un termine, a nostro avviso molto più ragionevole, di sessanta giorni per la notificazione al contravventore. Rendemmo edotti di ciò i lettori del Portale Studio Cataldi con l'articolo del 19 aprile 2010. Purtroppo il legislatore, in corso d'opera, ha fatto retrofront mostrandosi permeabile alle pressioni degli Enti coinvolti che avevano parlato di condono di fatto; al cittadino rimane, quindi, l'amaro in bocca per tempi ancora troppo dilatati per uno Stato moderno e funzionale, che non dorma sui propri privilegi, ma esiga prima di tutto da sé stesso la massima efficienza. Viene introdotto il termine di CENTO giorni per la notifica al responsabile in solido. Sorge a questo proposito il dubbio sulla decorrenza del dies a quo: l'Amministrazione non può ovviamente esimersi dal rispetto del termine PERENTORIO adducendo la difficoltà nell'accertare l'identità del proprietario, in special modo se l'interessato abbia provveduto alla tempestiva comunicazione della variazione anagrafica e sia stata l'Amministrazione ad omettere l'aggiornamento dei dati. Con riferimento al principio di solidarietà ed alle categorie ivi contemplate (proprietari, usufruttuari, acquirenti con patto di riservato dominio, utilizzatori a titolo di locazione finanziaria) si consulti l'Art. 196 del medesimo Codice Stradale, che pure ha subìto un lieve ritocco. Ricordiamo, infine, che la regola rimane la contestazione IMMEDIATA, quando è possibile. Il verbale sarà annullabile se l'Amministrazione non specifica i MOTIVI che hanno reso impossibile la contestazione immediata; qualora si tratti non di una valida ragione, ma di un pretesto, esulante dai casi tassativamente previsti, la multa sarà impugnabile. Tratteremo nei prossimi giorni dei casi di DEROGA alla contestazione immediata. Rimane la palese ingiustizia del pagamento del contributo unificato per opporre la contravvenzione, problematica cui annettiamo grande importanza, come specificammo nella news del 4 agosto 2010, e sulla quale non solo il legislatore si è ben guardato dall'intervenire sopprimendo l'iniquo balzello, ma lo ha addirittura accresciuto del 10% con provvedimento di poco precedente al varo della riforma viaria che si applica dal 31 luglio 2010. Non è chiaramente questo il modo corretto e lineare di impostare il rapporto Stato o Ente-Cittadino. Bisognerebbe non ostacolare, bensì agevolare il concreto accesso al sistema Giustizia per colui che vuol dimostrare all'Amministrazione, con serie argomentazioni, che può aver sbagliato nell'irrogargli la sanzione, grande o piccina che sia. Assoggettare, per contro, il cittadino al balzello prima di poter esplicitare le proprie ragioni si rivela irrazionale ed antipatico perché mira evidentissimamente a dissuadere qualunque contestazione, valida o infondata che essa sia. Nell'attuale situazione riesce difficoltoso persino per un avvocato impugnare una multa in proprio (sbollita l'arrabbiatura si fa prima a pagare perché anche il nostro tempo, seppur di inascoltati sudditi, ha un pur minuscolo valore; ad esempio, quanto alle mini-multe appioppate dagli Ausiliari del traffico, avevo preso ad impugnarle tutte con successo pressoché integrale avanti all'Ufficio del GdP per la loro evidente inconcepibilità, se non altro nel contesto maceratese in cui vivo), si immagini per il povero Cittadino che deve, per prima cosa, rintracciare un legale quanto meno per una consultazione informale e cominciare poi la trafila forense avanti al Giudice di Pace, non troppo dissimile da quella di una causa ...vera! Si allarga a dismisura il baratro, non più colmabile, che separa l'elettore dall'eletto, se tale principio ha ancora una qualche, lata validità nel regime di obbedienza al divo Porcellum, che tutto sovrasta e tutto fagocita. Il Porcellum elettorale è orfano, nel senso che non ha più padri e madri, ma soltanto tutori ed amministratori di sostegno: lo introdusse il centro-destra con l'avallo più o meno silente del centro-sinistra (nessuno si stracciò le vesti). A parole tutti i partiti lo denigrano, ma quanto può far comodo un Parlamento di devoti, altro che la rappresentanza "senza vincolo di mandato"! Il ragionamento è intuitivo: il partito Pinco Palla accoglie Pallino nella sua lista: lo ha collocato, previo giuramento di fedeltà assoluta a tutto quel che il partito stabilirà, ad un livello elettorale che gli dà grande probabilità di farcela ed in effetti viene eletto. Fateci caso che gli aspiranti parlamentari non fanno più neppure campagna elettorale, purché siano ultrasicuri della felice collocazione in lista. Commissionano ancora i 'santini', ma lo fanno con lo spirito filosofico-scaramantico dell'immenso Eduardo De Filippo: "essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male". Siccome il tal ente locale deve foraggiare prebende assurde e rintuzzare voragini di demenziali amministrazioni con la cassa che si alimenta con le multe (giuste o ingiuste fa niente), se il politico andasse a rompere le uova nel paniere di quel meccanismo collaudato, mai e poi MAI verrebbe ricandidato. Ma si badi bene, non in quel partito di cui indossa momentaneamente la casacca (valori ed ideali non più percepibili, fedeltà alla maglia nessuna). In nessun partito. Non siamo al cospetto di una crisi della Politica (ch'è una cosa utile ed indispensabile per il funzionamento di ogni democrazia), bensì di una crisi di sistema politico e di classe politica. Infatti, se andate ad approfondire qual'è la situazione a livello locale, rinverrete situazioni sovrapponibili indistintamente, anche con riguardo a formazioni politiche che a livello nazionale erigono la legalità a bandiera. Se poi, di tanto in tanto, si profila all'orizzonte un politico che ha stoffa e numeri per relazionarsi direttamente con i bisogni e le esigenze avvertite dai consociati, tale potenzialità viene deportata in qualche ente inutile o marginale oppure aviotrasportata al Parlamento Europeo. Tant'è che figure di assoluta grandezza come Angelo Vassallo, il compianto Sindaco di Pollica (Salerno) or ora massacrato nel Cilento, si stagliano come gigantesche mosche bianche in un panorama in cui regna la mediocrità e v'è purtroppo ancora bisogni di Eroi. E fare il proprio dovere avendo rispetto per l'Istituzione e per la Funzione che si ricopre è inteso oggi in Italia come ...andarsela a cercare. (Il pensiero va all'Avv. Giorgio AMBROSOLI, che si batteva, "Qualunque cosa succeda", con immensa preparazione, abnegazione, intuizione affinché la Curatela della Banca Privata di Michele Sindona recuperasse il più possibile di un dissesto annunciato che è poi costato, oltre alla Vita di quella meravigliosa Persona, l'equivalente di €400,00 a tutti gli Italiani, neonati inclusi. Quell'Eroe involontario, l'Eroe Borghese di Corrado Stajano, il Papà del caro Amico Avv. Umberto Ambrosoli, il Marito di Annalori). Per contro, con un sistema elettorale alternativo che privilegiasse il credito personale e valoriale del politico, i rapporti di forza si invertirebbero. Nella situazione del Porcellum, dei suoi (teorici) elettori il politico-politicante semplicemente si disinteressa un minuto dopo la proclamazione degli eletti. Va, però, rammentato che, sui fiaccati bilanci familiari anche l'irrogazione di una multa di un certo peso è esiziale. La multa iniqua porta poi alla sfiducia nelle Istituzioni. Oggi l'irrogazione delle multe ha caratteri per lo più di casualità: non colpisce i responsabili, bensì i malcapitati. Infine, il mio caldo suggerimento è sempre quello di rivolgere il proprio cahier de doleances al Giudice di Pace e non al Prefetto, ove pure il ricorso sarebbe ancora ...a gratis. Le motivazioni riposano su quanto già esposi nel pezzo del 4 agosto 2010.
Scrivi all'Avv. Paolo Storani
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Civilista e penalista, dedito in particolare
alla materia della responsabilità civile
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