Stravolto, affamato come un lupo appeninico dopo una mattinata estenuante saltando more solito il pranzo ed ormai autodeportato di sera in un macrobiotico vicino casa in cui la trasgressione più peccaminosa consiste nella frittura di seitan (non chiedetemi cos'è), con due processi penali di Tribunale sul groppone dopo gite turistiche per Giudici di Pace di frontiera tra Montegiorgio (bellino, l'ho girato un po') e dintorni, verso le tre del pomeriggio sono in compagnia, in un Palazzo di Giustizia ormai semi-deserto, di un Collega come me in attesa del verdetto del Monocratico che tarda parecchio ad arrivare; mi fa a bruciapelo: "Hai letto sul Carlino?" riferendosi al caso portato all'attenzione dalla testata-madre dei maceratesi, che da noi è diffusa in ogni baretto, anche il più scalcagnato di periferia.
Un giornale che ricalca un po' l'impostazione dei tabloid popolari inglesi, tante foto a colori e casi "sparati" a tutta pagina: confezionato in due dorsi per chi vuole informarsi ma con rapidità, ecco giusto il tempo di pasta e caffè. Un successo straordinario per tale tipologia di informazione. Infatti, va a finire che, mentre i "Nazionali" sono lontani dalla nostra realtà provinciale e fanno fatica a decodificarla, nel dorso dedicato alla cronaca locale si parla di cose di casa Tua che Ti stanno a cuore anche parecchio e corri, quindi, in edicola ad accaparrarTi la copia, quasi strappando di mano ad un altro avventore l'ultimo esemplare residuo. Un giornale, il "Carlino", che se non esistesse bisognerebbe inventarlo perché ormai ha qualche cosa di familiare come il buon pane e lo sfogli sempre con grande interesse ed avidità. L'edizione nazionale vanta firme di spicco e le pagine locali hanno sempre tanta cronaca giudiziaria: l'avvocato sembra il protagonista assoluto, con foto a iosa, in pose da prima comunione con acconciature improbabili e lineamenti risalenti almeno a qualche lustro fa sui quali si fa grazia dell'insulto del tempo sul volto dell'effigiato oppure con espressioni aggressive e rampanti o con lo sfondo di sontuose librerie di uno studio legale ultraorganizzato e fornitissimo di testi preziosi dietro le spalle che sicuramente faranno vincere la causa al cliente.
Quando, non molti anni fa, l'Ordine cui appartengo istituì l'Albo con le fotine (a colori), mi resi conto che esistevano due filoni di pensiero: tra i maschietti prevaleva la corrente dell'elisione dell'insulto del tempo e vi era chi aveva prescelto ritratti di quando militava nelle minori della squadretta rionale o parrocchiale, mentre la gran parte delle mie Colleghe sembrano (beninteso, molte lo sono davvero anche dal vivo) pronte per Miss Italia con serie possibilità di vittoria viste le ultime prescelte. Un Foro di giovani e belli, tranne chi scrive che, coerentemente, per non abbassare in modo inquietante la soglia (ho pure la barba), si è per il momento furtivamente sottratto all'incombente senza che mi sia ancora pervenuta la cartolina precetto. Torno all'amato"Carlino": news talvolta anche molto analitiche, comune per comune, paese per paese, ciascuno trova sempre quel che cerca. Talora, notizie pure troppo analitiche: a chi importa sapere chi era il PM d'udienza di un processetto di Giudice di Pace
? Intendo riferirmi alle generalità complete di un sostituto (non togato) del Sostituto Procuratore che deve sostenere l'accusa in un giudizio per reati bagatellari che un legislatore minimamente avveduto depenalizzerebbe (o avrebbe già depenalizzato) più di prescia che di corsa, risparmiando e recuperando risorse; si tratta di processi penali che, grosso modo, terminano con un ideale buffetto sulla guancia che non fa neppure cadere la forfora all'imputato da parte di una Giustizia di prossimità, per l'appunto l'Ufficio del Giudice di Pace, cui a mio sommesso avviso il processo penale risulterà sempre ostico sino a quando il legislatore, ritornando con andamento carsico e tipicamente italico sui propri passi, non prenderà la decisione di sottrarlo per sempre al GdP. Insomma, a Macerata e dintorni non puoi mai mancare all'appuntamento con il "Carlino", sede a Bologna, primo in diffusione nelle Regioni rosse del Centro-Italia Emilia-Romagna, Marche, Toscana ma, ironia della sorte, di area governativa, pur con moderazione. Era una moneta, esisteva già "il Resto del Sigaro": viene venduto nelle tabaccherie al prezzo di due centesimi; siccome un sigaro costa 8 centesimi, è facile per gli esercenti abbinare la vendita dei due prodotti e rendersi così promotori del giornale; così alcuni bolognesi afferrano l'idea al volo e nel giro di due mesi la portano a Bologna, ove attecchisce come foglio urticante che graffia senza remore e senza reticenze il potentato. I loro nomi: Cesare Chiusoli, Giulio Padovani ed Alberto Carboni; tutti e tre hanno - è ovvio nella sontuosa Città petroniana - studi di giurisprudenza e un'attività consolidata di giornalismo in diversi quotidiani cittadini. Il caso di giornata servito sul tavolo delle colazioni al bar dei maceratesi è quello su cui il Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Macerata (non, come recita il titoletto, "della Provincia", caro, amabile "Carlino", perché, cribbio!, esiste anche l'Ordine di Camerino) ha meditato un anno e mezzo: il dossier era stato aperto il 6 mar '09, stando proprio alla fonte "Quotidiano Nazionale-Il Resto del Carlino", edizione maceratese del 14 ott '10 - cronaca di Civitanova, pag.17. Poi, si è deciso per la sospensione dall'esercizio della professione per DUE MESI di una giovane Collega, incolpata di utilizzare con la clientela metodi di pubblicità definita dalla testata felsinea "all'americana": "paghi soltanto se vinci!". E così abbiamo preso a prestito per il titolo della nostra news il popolare motivo dell'immenso Renato Carosone, che almeno mette di buonumore. V'è da riferire che lo slogan sul (compendio io così) 'paghi sol se in contesa prevali' era stato anche apertamente inserito nel corpo della targa dello studio di Civitanova Marche: "con il cliente patto chiaro e trasparente" slogan che richiama la pubblicità di UniCredit-Banca di Roma. Il medesimo quotidiano del Gruppo QN si era già occupato dell'iniziativa introdotta dalle nostre parti, ma "ormai da tempo codificata in grandi città come Roma e Milano". Il responso del CdO, presieduto dal mio caro Amico Avv. Piero PACIARONI (che mi sono ben guardato dall'interpellare per maggiori lumi ed un'interpretazione autentica: 1° per non rompergli le scatole, 2° per non apparire la comare del Villaggio che si fa i fattarielli degli altri), sarebbe stato: il messaggio lanciato alla clientela appare ingannevole in quanto l'interessata non spiegherebbe nei dettagli il significato di quel "paghi solo se vinci". Quale sarà il pronunciamento del Tribunale Supremo dei lettori del Portale Studio Cataldi? Pollice verso anche per Voi? Secondo il Vostro prudente apprezzamento tale tipo di PUBBLICITA' è vietato o no? Ed il ricorso preannunciato dalla giovane legale avrà successo? Come la mettiamo con l'attuale riconosciuta liceità del PATTO DI QUOTA LITE (messo il becco in studio a calzoni corti il primo erudimento che mi fornì mio padre con tono stentoreo tantissimi anni fa fu: MAI patto di quota lite sennò la porta è quella!!! Scusa, Papà, ma che cosa è? la mia candida risposta). Un ultimo quesito su tutt'altro tema: che ne pensate degli AVVOCATI DI STRADA, dei ...'negozi giuridici' intesi come serranda, saracinesca del tipo bottega per strada per la soluzione di problemi rapidi e relativamente semplici, di piccinerie che transitano maligne insinuandosi asfissianti nella mente delle persone, che, però, non vogliono sobbarcarsi alla trafila della richiesta di un appuntamento all'avvocato per così dire 'tradizionale'? Andreste (o già andate) dagli avvocati di strada chiedo ai lettori-non avvocati? Come Vi trovate? Io sono curioso ed anche un po' attratto da 'sti 'negozi' esistenti a Roma e Milano e se avessi venticinque-trent'anni mi metterei in gioco e mi butterei, sempre dopo aver chiesto lumi al mio Ordine d'appartenenza per non commettere imprudenze, perché l'aspetto DEONTOLOGICO per me non va mai sottovalutato e va armonizzato con tali forme innovative di esplicamento della professione. Esponeva il Dott. Marco ROSSETTI in un convegno che ho contribuito ad organizzare su Fermo che, trovandosi a Dortmund, chiedeva se quell'insegna gigantesca ed illuminante che scorgeva di lontano corrispondesse ad un grande magazzino. "No, è uno studio legale" gli hanno risposto. Chissà se a Dortmund fanno anche i saldi su questioni annose, ormai fuori moda o, se prendo e pago due pareri, me ne regalano un terzo. Il form qui sotto è a completa disposizione per l'apertura di un dibattito.
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