Acquistare società non operative allo scopo di ottenere vantaggi fiscali è un 'abuso del diritto'. Lo ha stabilito una recente sentenza della Suprema Corte di Cassazione, la n. 22994, decisa il 29 settembre 2010 e le cui motivazioni sono state depositate il 12 novembre 2010. La Corte condanna così la pratica del "dividend washing", e cioè il comportamento di quell'azienda che acquista altre società non operative, ricapitalizzandole per poter fruire di crediti di imposta, per poi riportarle in perdita, dopo l'attribuzione dei dividendi. Pur senza rilevare la necessità di un intervento normativo a riguardo, la Corte ha precisato che si configura come un abuso di diritto e quindi elusione fiscale, "il tentativo di 'dividend washing' organizzato attraverso una complessa operazione di acquisto presso società fittizie allo scopo di creare dividendi da distribuire ai soci. Non è infatti lecito - ha continuato la Corte - al contribuente trarre indebiti vantaggi fiscali dall'utilizzo distorto (seppur non contrastante con specifiche disposizioni,almeno fino alla entrata in vigore della legge 358/97 ) di strumenti giuridici idonei a procurargli un vantaggio fiscale, in difetto di ragioni economicamente apprezzabili diverse dalla mera aspettativa di quel vantaggio".
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