Ottenere attraverso l'uso di generalità false l'apertura di un conto corrente bancario può costituire ingiusto profitto anche ai danni della banca. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione (sentenza n.44379/2010) specificando che la disponibilità di un conto corrente bancario crea nel correntista la possibilità di emettere assegni oltre che di fruire di tutti gli altri servizi bancari connessi all'esistenza del rapporto in questione. Questi vantaggi, spiega la Corte, determinano per la banca uno svantaggio che deriva dal fatto di aver instaurato un rapporto con un soggetto che non poteva fornire la benché minime garanzie di affidabilità. Ccome spiega la Corte "anche il semplice accredito in conto corrente di assegni di illecita provenienza costituisce ingiusto profitto atteso che esso consente di far fittiziamente figurare nei confronti di terzi una determinata disponibilità sul conto medesimo con tutti i conseguenti vantaggi connessi alla esistenza del rapporto in questione cui si accompagna il danno della banca che deve dar luogo ad iniziative comportanti dispendio di tempo e denaro una volta verificata alla non negoziabilità dei titoli accreditati".
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